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15 Maggio 2008
BRUNELLO: DIFENDIAMO UN SIMBOLO DELL’AGRICOLTURA TOSCANA

Per evitare il “terremoto” Brunello, occorre che la Magistratura concluda rapidamente le indagini sulla piccola percentuale di imprese sospettate di aver prodotto il prestigioso vino non esclusivamente con uve Sangiovese.  A chiederlo è Coldiretti Toscana, allarmata per gli esiti che potrebbe avere la richiesta inoltrata dall’US Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau (Attb), lo scorso 9 maggio per chiedere alle autorità doganali americane di chiudere, dal 9 giugno, le importazioni, per i vini non accompagnati dalle analisi di laboratorio o da una dichiarazione del governo italiano che ne certifichi la composizione. “L’Autorità statunitense – dice il presidente Tulio Marcelli - chiede di conoscere i nomi, le aziende e le etichette coinvolte nell’indagine sul mancato rispetto del disciplinare, anche per l’impiego di uve diverse dal sangiovese. Solo una volta conosciuti i nomi di queste aziende (circa una decina), è disposta a ridimensionare la richiesta del blocco per le aziende e le annate coinvolte. Tutto questo rende creare al più presto le condizioni per superare, con la massima trasparenza,  l’attuale fase di incertezza, per restituire tranquillità agli operatori e ai consumatori ed evitare pesanti danni di immagine ad uno dei traini del made in Italy in Italia e all’estero”.
Con un giro d'affari di oltre 120 milioni di euro, 247 produttori e sette milioni di bottiglie vendute ogni anno (il 62 per cento all’estero), il Brunello di Montalcino è considerato – aggiunge il direttore Prisco Lucio Sorbo - un simbolo del nostro vino nel mondo. Gli Stati Uniti, tra l’altro, assorbono una bella fetta della produzione: circa il 25 per cento infatti approda negli Usa, valore di gran lunga più consistente rispetto alle quote seppure significative dirette verso altre aree: il 9 per cento viene acquistato dalla Germania, il 7 è diretto in Svizzera, è diretto in Canada, mentre Inghilterra e  Giappone a pari merito si accontentano del 3 per cento. Di recente, ai consumatori storici di Brunello si sono aggiunti nuovi consumatori. Tra  i mercati emergenti, spiccano i paesi asiatici, in particolare Cina, India e Corea che, negli ultimi due anni, hanno raddoppiato la domanda. Il distretto di Montalcino, insieme al Brunello, produce il Rosso, il Moscadello e i vini di Sant'Antimo, e sui 3.500 ettari di vigneto vanta un autentico 'tesoro': dal  1967 ad oggi, infatti, gli ettari coltivati a Brunello sono cresciuti del 2.000 per cento e la quotazione di un ettaro di vigneto, secondo un'indagine effettuata dall'Istituto nazionale di economia agraria, si attesta oggi sui 350.000 euro, valori che possono anche salire. E’ evidente che occorre il massimo impegno per difendere questa immagine e salvaguardare una delle più importanti ricchezze agricole della regione”, conclude Sorbo.

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