Le imprese agricole non vogliono sottrarsi all’obbligo di lavorare per il miglioramento della qualità dell’ambiente, ma chiedono di avere strumenti per poterlo fare. Partendo da questo presupposto Coldiretti Toscana ha deciso di affiancare le imprese che insistono sulle aree esposte al rischio inquinamento da nitrati, con servizi di informazione, formazione e consulenza specifici.
Un apposito tavolo di lavoro regionale, tra le altre cose, ha messo a punto una informativa per spiegare in modo semplice e chiaro, ma esaustivo, il comportamento da assumere nelle aree sensibili ai nitrati. Il pratico vademecum, elaborato da Coldiretti, specifica gli adempimenti, in base alle caratteristiche delle aziende, i divieti e le modalità di stoccaggio con l’obiettivo di semplificare la vita alle realtà produttive che devono fare i conti con nuovi ulteriori vincoli: quelli nati dall’applicazione, da parte della Regione Toscana, della Direttiva CEE 91/676 del 12 Dicembre 1991 (la cosiddetta Direttiva Nitrati), che mira a proteggere le acque dall’inquinamento provocato da nitrati. In Toscana il problema riguarda diverse zone (l’area di Massaciuccoli, l’area del Canale Maestro della Chiana, le aree costiere tra Rosignano Marittimo e Castagneto Carducci, tra San Vincenzo e la Fossa Calda, della Laguna di Orbetello e del Lago di Burano) dove vige l’obbligo di adottare le misure previste dal Programma di Azione di emanazione regionale.
Ormai da alcuni mesi, le imprese agricole che operano in queste aree devono attenersi a una serie di adempimenti ed obblighi sull’utilizzo dei fertilizzanti azotati e degli effluenti di allevamento, pena l’applicazione di pesanti sanzioni: obblighi che vanno assolti anche per evitare di perdere sostegni e aiuti. Per dare una mano alle imprese Coldiretti Toscana e le Federazioni Provinciali hanno attivato un servizio ad hoc, senza rinunciare all’attività sindacale che si è rivelata altrettanto importante.
Sollecitata da Coldiretti, infatti, la Regione Toscana ha recepito la necessità
di sostenere le aziende che insistono sulle aree vulnerabili, per tentare di eliminare lo svantaggio competitivo che, in caso contrario, rischierebbe di penalizzarle.
Non a caso infatti, nel nuovo piano di sviluppo rurale, le misure di sostegno all’agricoltura integrata sono previste solo nelle aree sottoposte alla direttiva. Di più: in tutte le misure del PSR 2007/2013 , da quelle per lo sviluppo della competitività, alle misure per il miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale, le aziende di queste zone hanno diritto a priorità specifiche.
E ancora non basta. Dato che il Regolamento Regionale del Piano di Azione per le Zone Vulnerabili da Nitrati mostra non poche incongruenze e difficoltà di applicazione, che Coldiretti ha evidenziato puntualmente, sollecitando gli amministratori a una revisione dello strumento: richiesta che sembra destinata ad andare a buon fine.
29 Febbraio 2008
nitrati: vademecum per le imprese