L'agricoltura si rinnova. Continuamente. In Toscana, come nel resto della penisola, è un fiorire di idee, iniziative, progetti. E' un carosello di originali trovate per cercare di conquistare il mercato, per consolidare posizioni già acquisite, per esplorare nuovi sbocchi commerciali. Il processo di modernizzazione e di ricambio generazionale che attraversa le nostre campagne trova risposte concrete e tangibili nel progetto di Coldiretti che, con la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, rende protagoniste del futuro le imprese “giovani”, ovvero imprese che sanno mettere in campo fantasia, determinazione, impegno, flessibilità, doti da “giovani” appunto! Queste aziende hanno bisogno di risposte rapide, concrete, efficaci. E invece devono confrontarsi ogni giorno con sistemi vecchi, meccanismi farraginosi e una burocrazia che rischia di soffocare entusiasmi e innovazioni.
Straordinariamente il nostro settore, considerato il più antico e tradizionale, è quello interessato da un rinnovamento più profondo e benefico e da un maggiore ricambio generazionale. Ma questo potenziale umano e professionale rischia di essere avvilito dallo scenario statico in cui è costretto a muoversi, dove il potere resta saldo nelle mani degli over 60. Come ha dimostrato una recente di Swg e presentata di a Roma in occasione dell'Assemblea nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. Non vogliamo ergerci al ruolo di generici rottamatori e il problema non deve essere ridotto a una semplice questione anagrafica. Ma un fatto è certo: questa classe dirigente (alla guida di istituzioni, banche, università, industria) troppo matura, affronta la crisi in modo inadeguato, con poche idee vecchie e modelli di sviluppo fondati sulla finanza e sulle economie di scala che hanno già fallito altrove e che non hanno nulla a che fare con le peculiarità del nostro paese. Noi oggi abbiamo bisogno di altro. Dobbiamo tornare ad investire sulle nostre risorse: il turismo, l'identità, i territori, la cultura, il cibo che sono leve competitive formidabili per valorizzare il Made in Italy nel mondo. E abbiamo la necessità di strategie moderne disegnate da uomini “giovani”. Principi questi che ispirano l'attività della nostra organizzazione che crede, e lo ha dimostrato, nei progetti nuovi e nel cambiamento; valorizza stili e scelte imprenditoriali inedite; ha dirigenti la cui età media non supera i 47 anni; scommette su proposte economiche capaci di coniugare gli interessi degli imprenditori con quelli dei consumatori. Proprio alla luce dei risultati ottenuti con il nostro impegno sindacale, alle istituzioni e alla politica toscane chiediamo di avviare un percorso di cambiamento ormai irrinunciabile, basato su un rapido svecchiamento delle regole, sulla semplificazione e sul “ringiovanimento” dei dirigenti della pubblica amministrazione, elementi che potrebbero agevolare la piena realizzazione dei percorsi a cui Coldiretti sta lavorando, per dare un futuro all'agricoltura e al paese.
Tulio Marcelli
Presidente Coldiretti Toscana
19 Giugno 2012
PER UN’AGRICOLTURA GIOVANE OCCORRE UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE “GIOVANE”