Per dare concretezza agli obiettivi della nuova norma regionale in materia di gestione faunistica e venatoria è indispensabile fornire alle Province indirizzi precisi con l’emanazione e l’attuazione del PRAF precisano di comune accordo Coldiretti e Federcaccia della Toscana alla vigilia della approvazione del piano da parte della Regione Toscana.
“La legge d’altronde – ricordano le organizzazioni - finalizza la pianificazione faunistico venatoria al conseguimento dell’obiettivo del mantenimento della biodiversità , che significa raggiungere le densità ottimali delle specie selvatiche, per la loro conservazione, la coesistenza con le altre specie ma anche con l’uomo e le sue attività”, ribadiscono segnalando ancora una volta un’urgenza: “la gestione degli ungulati, la cui espansione rischia di pregiudicare gravemente, se non ricondotta e mantenuta a consistenze sostenibili, le attività produttive agricole, gli habitat naturali, la presenza delle altre specie (a cominciare dalla piccola selvaggina), oltre a mettere a repentaglio la sicurezza della persone, come dimostra il numero tutto in crescita degli incidenti stradali causati dagli animali selvatici”.
“Essenziale – sottolineano Coldiretti e Federcaccia – è che il patrimonio faunistico venatorio sia gestito secondo questi criteri sull’intero territorio regionale, senza escludere le aree a divieto di caccia: in caso diverso l’impegno e gli sforzi risulterebbero vani”.
Intesa piena anche su un altro punto: la corretta definizione delle aree vocate e di quelle non vocate alla presenza di ungulati – ed al conseguente rispetto dei piani di abbattimento – che deve essere accompagnata dalla messa a punto di meccanismi per garantire interventi tempestivi nel momento in cui si registrino danni.
“E’ indispensabile riuscire a mantenerne l’equilibrio e a garantire la compatibilità della fauna selvatica con le altre risorse presenti sul territorio - l’agricoltura, la silvicoltura, la ricchezza della biodiversità”, affermano Coldiretti e Federcaccia , che evidenziano un altro problema: accanto a cinghiali, caprioli, daini e cervi, infatti, è emblematico il caso dello storno, da reinserire immediatamente nell’elenco delle specie cacciabili.
“Con l’approvazione del PRAF, il quadro degli strumenti per una corretta gestione della fauna selvatica sarà completo e la sua attuazione potrà dare i risultati sperati”, concludono Coldiretti e Federcaccia , che, dati alla mano, si dichiarano pronti ad eventuali verifiche e correzioni della strategia per riportare entro livelli tollerabili il numero dei selvatici che popolano il territorio toscano.