Oltre mille ragazzi hanno scelto il percorso agrario nel 2013/2014.
Per 42% importanza agricoltura destinata a crescere nel futuro.
Più periti agrari che geometri e marinai. I giovani toscani riscoprono gli istituti agrari e sognano di lavorare in campagna. Sono 1.036 i giovani (il 5%) che si sono iscritti al primo anno agli istituti agrari toscani nel 2013/2014 con una tendenza molto positiva rispetto al passato. Gli alunni iscritti all’istituto tecnico agrario hanno infatti superato, tra gli istituti tecnici, i geometri (3,4%), il sociale (3%), il turismo (2,6%) ed il nautico (2,5%). La Toscana conferma la “svolta green” nelle scuole dove gli istituti agrari hanno fatto registrare un aumento record del 12% a livello nazionale nel numero di iscrizioni per il 2015. E’ quanto emerge dal Dossier “Lavorare e vivere green in Italia” con la top ten dei cibi che inquinano di più, elaborato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu e presentato al Nelson Mandela Forum di Firenze, dove sono giunti diecimila coltivatori provenienti dalle diverse regioni insieme al Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e ai Ministri dell’ambiente Gian Luca Galletti e dell’agricoltura Maurizio Martina. Nell’anno scolastico 2013/2014 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici agrari della scuola secondaria di secondo grado 819 giovani (il 6,3%), 217 quelli che invece hanno optato per il professionale. Complessivamente i giovani toscani che frequentano gli istituti agrari, tra il primo ed il quinto anno, sono 3.857 (fonte Miur Toscana): 3.017 al tecnico (5,7%) e 840 al professionale (2,5%).
Una tendenza che si sta accentuando negli ultimi anni nelle scuole superiori che è confermata anche dai livelli superiori di istruzione, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare la crescita più alta nel periodo considerato con un aumento del 45%. Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21%) o fare l’impiegato in banca (13%). Ed anche che il 50% degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11% ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali. D’altra parte, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’ diffuso in occasione della manifestazione di Firenze, alla domanda su quanto siano importanti i vari settori per l’economia italiana, turismo e agricoltura si piazzano al primo e secondo posto, rispettivamente con il 73% e il 66% delle preferenze, davanti ad artigianato (60%), industria (53%), servizi (49%), commercio (47%), mentre la finanza si colloca all’ultimo posto con il 24%. E per oltre quattro italiani su dieci (il 42%) l’importanza dell’agricoltura è destinata a crescere nei prossimi anni, contro un 38 % secondo cui resterà uguale e un 16% che ritiene diminuirà. “I giovani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per far tornare a crescere l’Italia – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - nel sottolineare che è in atto una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”. “In un momento in cui il mercato del lavoro è in crisi ed è venuta meno la stessa idea che l’industria possa dare a tutti un posto, con le situazioni drammatiche cui stiamo assistendo in queste settimane – sottolinea ancora Marcelli - l’agricoltura moderna e multifunzionale consente oggi ai giovani di avviare un’attività imprenditoriale nella quale esprimere le proprie idee e il proprio vissuto di esperienza e cultura”.