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14 Febbraio 2014
SAN FAUSTINO: IN TOSCANA 1 SU 3 VIVE DA SOLO, 129MILA IN PIU’ I “SINGLE” RISPETTO A 10 ANNI FA

1 toscano su 3 vive da solo. Sono 501.550 le famiglie unipersonali, ovvero formate da un unico componente, 129.429 in più rispetto a 10 anni con un aumento percentuale del 36,7%. A dirlo è un’analisi di Coldiretti Toscana sulla base dell’ultimo censimento Istat sulla popolazione e famiglie nel nostro paese in occasione della Festa di San Faustino, protettore dei single che si festeggia sabato 15 febbraio, il giorno dopo San Valentino che degliinnamorati è la festa. In espansione anche le famiglie tradizionali che sono 1.569.378 con una crescita del 16,7% a fronte però della progressiva riduzione del numero dei componenti passati da 3,7 componenti per nucleo famigliare agli attuali 2.33. Il quadro demografico e sociale, come nel resto del paese, è profondamente mutato anche in Toscana.
 
La tendenza all’aumento è pressoché omogenea in tutte le province della Toscana. Boom di “single” per Prato e Grosseto dove rispettivamente le famiglie formate da una sola persona sono aumentate del 50% e del46%. La provincia con il maggior numero di persone che vivono da sole per scelta o per necessità è Firenze con 142.138 mono-famiglie (+42%) seguita da Lucca con 52.429 (+42%) e Pisa con 52.315 (45%). A seguire ci sono Livorno con 51.108 (+45%), Arezzo con 42.010 (+44,5%), Siena con 37.780 (+43%), Grosseto con 35.603 (+46%) che con il 36% è anche la città con la più alta incidenza di famiglie unipersonali, Pistoia con 35.018 (41,5%). Fanalini di coda Prato con 24.100 unità e Massa Carrara con poco più di 29mila (+28%).
 
Vivere da soli comporta insieme a molti pregi e libertà, anche una serie di “difficoltà” e limitazioni. Tra questi c’è quello del carrello della spesa: i single spendono per gli acquisti alimentari oltre il 60% in rispetto alla media delle famiglie, secondo una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat dalla quale si evidenzia che la spesa media per alimentari e bevande di un single è di 332 euro al mese mentre ogni componente di una famiglia tipo di 2,3 persone ne spende 204. I motivi della maggiore incidenza della spesa sono certamente da ricercare - continua Coldiretti - nella necessità per i single di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati che comunque anche quando sono disponibili risultano molto più cari di quelli tradizionali.
 
A far aumentare le famiglie unipersonali è stato soprattutto l’invecchiamento della popolazione con un crescente numero di persone anziane che vivono sole. E’ proprio in questa fascia che si concentra il maggior disagio sociale. In Toscana ci sono stati nel 2013 circa 20mila over 65 di età, il 13,5% del totale di indigenti, che sono dovuti ricorrere ad aiuti alimentari facendo la fila davanti alle mense o alle associazioni caritatevoli o chiedendo in aiuto pacchi alimentari. Per chi invece ha disponibilità economiche il problema è spesso quello della solitudine. Non è un caso che l’85% dei cittadini continua a fare la spesa alimentare quotidiana sotto casa, frequentemente nei piccoli e spesso antieconomici negozi di quartiere che svolgono un rilevante ruolo sociale nei confronti dei cittadini, secondo il rapporto Coldiretti/Censis dal quale si evidenzia che proprio la spesa è l’attività svolta dal maggior numero di persone nel raggio di 15-20 minuti a piedi dalla propria residenza. Il desiderio di costruire rapporti umani e di condividere paure, desideri e speranze sono più importanti del conto economico per un grande numero di cittadini. Il crescente desiderio di fare comunità è avvertito soprattutto dalle persone che vivono sole. Il momento di fare la spesa secondo Coldiretti/Censis è quello più importante per parlare e stringere rapporti all’interno del Paese o del quartiere e supera addirittura le attività spirituali (il 76,6%), la visitamedica (71,6%), la scuola per i figli o i nipoti (65,2%) e la cura del corpo (dalle palestre alle piscine ai parchi per fare jogging ecc.) con il 54,2%).
 
Un fenomeno di riduzione dei negozi tradizionali determina quindi anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. A contrastare lo spopolamento dei centri urbani va segnalata la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica dove si crea un rapporto di confidenza e fiducia tra produttori e cittadini, fondato su uno scambio reale di prodotti e di esperienze. Una opportunità per i produttori e per i consumatori che – prosegue Coldiretti  - va anche a sostegno della storia, della cultura e della vivibilità dei centri urbani. In Toscana questi “appuntamenti” di incontro e relazioni hanno fatto registrare – conclude Coldiretti – l’ennesimo anno di crescita con il 14% in più di mercati sparsi in piazze e centri storici su tutto il territorio, +42% di Botteghe ed il 60% di aziende accreditate.

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