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4 Febbraio 2015
LATTE: IMPORTAZIONI SUPERANO 360% PRODUZIONE, INTANTO SPARISCONO 5 MUCCHE AL GIORNO NELLE STALLE TOSCANE

Marcelli: “Latte entra straniero ed esce italiano”. Continua senza sosta l’emorragia di allevamenti da latte in Toscana. E’ crisi profonda per la zootecnia stritolata dall’aumento dei costi di produzione, dal peso insostenibile della burocrazia che sottrae 1 mese all’anno all’attività e dall’instabilità del prezzo del latte alla stalla che non garantisce la tranquillità economica delle aziende agricole ne tanto meno la possibilità di nuovi investimenti. Dal 2003 ad oggi sono oltre 600 i piccoli allevamenti specializzati nella produzione di latte (-71%) costretti ad alzare bandiera bianca senza nessuna possibilità di reazione. 2.000 le vacche da latte che mancano all’appello nelle stalle rispetto al 2013. 5 ogni giorno: è il ritmo della mattanza. La mattanza assume proporzioni se il dato che prendiamo in considerazione è quello del numero di allevamenti nel complesso: rispetto al 1990 in Toscana ci sono 20mila stalle in meno, -206% (fonte Istat). Il 53% presidiava zone montane e svantaggiate e con esse la biodiversità. La denuncia arriva da Coldiretti Toscana ed Associazione Allevatori Italiani che venerdì 6 febbraio, dalle 9,30, saranno in Piazza della Repubblica, nel cuore del centro di Firenze ed in contemporanea in molte altre piazze italiane, per la speciale giornata dedicata all’allevatore e alla difesa del latte e del formaggio Made in Italy (per info www.toscana.coldiretti.it e www.facebook.com/ColdirettiToscana).  Alla giornata dell’allevatore sono stati invitati a partecipare deputati e senatori, rappresentanti istituzionalidell’amministrazione regionale, sindaci ed assessori dei comuni, rappresentanti delle associazione dei consumatori ed ambientaliste. Già confermati l’europarlamentare Nicola Danti, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori ed il consigliere regionale, Loris Rossetti, il Vice Presidente di Federconsumatori Toscana, Giuseppe Notaro.
 
Nell’anno dell’Expo 2015 a fare impressione è il fiume di latte importato dall’estero che supera del 360% il latte prodotto in loco dai nostri allevamenti: 230mila tonnellate le importazioni, 68.300 la produzione toscana. E’ il differenziale, tra prodotto ed importazioni, più alto in Italia. “In Toscana i prodotti entrano stranieri, e penso al latte e ai semilavorati, ma anche all’olio e tanti altri, ed escono italiani. Più latte importato significa provenienza dubbia quando non c’è l’obbligo di origine nell’etichetta del latte, dei formaggi e di tutti i derivati – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – con il 40% del latte che non ha ne un nome, ne un cognome. Vogliamo sapere cosa diventa questo latte e quale forma assume”.
 
C’è poi tutta la questione legata al prezzo del latte, elemento decisivo nell’economia degli allevamenti, tra i temi caldi. “Il prezzo del latte dalla stalla alla tavola quadruplica. Solo il 17% va agli allevatori. Non sono sufficienti – spiega Roberto Nocentini, Presidente Aia Toscana - per pensare di mandare avanti un allevamento. La qualità va pagata e va anche rispettata così come la trasparenza e la tracciabilità perché sul mercato sono valore di successo edistintività, ma accade che o si cerca di pagarla sempre meno o si preferisce importare dall’estero latte, cagliate, latticini, prodotto semilavorati che dopo un passaggio negli stabilimenti del nostro paese diventano magicamenteprodotti italiani”.
 
E’ al consumatore che l’iniziativa di Piazza della Repubblica si rivolge. “La politica delle multinazionali del latte spinge per una omologazione sostituendo il latte locale e territoriale con latte importato. – prosegue Nocentini – tutto questo avviene nell’assoluta mancanza di trasparenza e completamente alle spalle dei consumatori. Noi saremo in piazza per loro e per i nostri allevatori”.

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