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5 Febbraio 2016
A PROPOSITO DELLA LEGGE OBIETTIVO SULLA CACCIA IN TOSCANA PER IL CONTENIMENTO DEGLI UNGULATI

Il Consiglio regionale ha approvato la legge obiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana; una atto importante, non solo per i suoi contenuti, ma soprattutto perché ha portato all’attenzione dell’organo legislativo regionale un tema molto sentito dai cittadini, ed in particolare da tutti coloro che vivono nelle aree rurali. L’aumento abnorme delle popolazioni di cinghiali, caprioli, daini e cervi e la loro presenza in aree coltivate e densamente popolate sta cambiando l’aspetto delle nostre campagne; un cambiamento estremamente rapido, avvenuto nell’arco degli ultimi venti anni.
Rispetto al testo della legge approvata è opportuno fare alcune precisazioni. Anche a causa della polemica di questi giorni, che ha assunto toni da “tifoseria da stadio”, all’opinione pubblica sono arrivate informazioni parziali e talvolta distorte, arrivando a far credere che, una volta entrata in vigore, la nuova legge dia il via libera all’abbattimento indiscriminato degli ungulati, senza alcuna limitazione o regolamentazione.
E’ bene ricordare che la legge regionale si muove necessariamente nel quadro delle disposizioni nazionali e quindi non può prescindere dalle regole e dai principi fissati nella legge 157 del 1992 che ha il preciso obiettivo di proteggere la fauna selvatica quale bene pubblico.
In questo senso non è del tutto sbagliata la posizione di chi ha sostenuto che non c’era bisogno di una nuova legge regionale, in quanto quella vigente, se correttamente applicata, permette già alla pubblica amministrazione di governare il fenomeno e di realizzare tutti gli interventi per gestire la fauna selvatica.
La nuova norma infatti consente la caccia agli ungulati, non in maniera indiscriminata, ma attraverso un piano di prelievo selettivo (distinguendo aree vocate e non vocate) e secondo un preciso calendario. Zonizzazione, piani di prelievo e calendario dovranno essere approvati dalla Regione, sentito il parere dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organo tecnico del Ministero dell’Ambiente).
Anche gli interventi di controllo, finalizzati a limitare i danni alle produzioni agricole e ai boschi, sono strettamente regolamentati e, per essere messi in atto, necessitano dell’approvazione della Regione, previo parere dell’ISPRA. Merito della legge è semmai quello di aver semplificato il percorso per l’approvazione di tutti questi atti.
A seguito della riforma delle Province la Regione ha riassunto le competenze in materia di gestione faunistico venatoria: questo è un elemento importante che potrà agevolare l’applicazione della legge. Fino ad ieri gli imprenditori agricoli, che denunciavano la grave situazione dovuta ad una popolazione di ungulati ormai fuori controllo, si scontravano contro il muro di gomma dello scarico di responsabilità: la Regione diceva che la colpa era delle Province che non applicavano la legge ed i regolamenti regionali, le Province controbattevano evidenziando le carenze o la non chiarezza delle disposizioni regionali, gli ATC sostenevano che non avevano gli strumenti per intervenire e qualche volta si finiva per addossare le colpe ai cacciatori che, secondo qualcuno, non facevano gli abbattimenti, o ai produttori agricoli, che non avrebbero realizzato le opere di prevenzione per contenere i danni.
Da domani tutto questo non sarà più possibile. La nuova legge regionale individua chiaramente il soggetto che ha la competenza e la responsabilità in materia: è la Giunta regionale che ha a disposizione tutti gli strumenti utilizzabili all’interno di un quadro normativo che, come già ricordato, è finalizzato a tutelare la fauna selvatica.
La Giunta regionale è subito chiamata a dimostrare la volontà e la capacità di affrontare il problema; la legge fissa termini precisi per la revisione delle aree vocate (90 giorni) e per l’approvazione del piano di prelievo selettivo (30 giorni). Il rispetto di questi termini sarà il primo, importante elemento per dimostrare che si vuole davvero cambiare registro e governare l’emergenza ungulati, un fenomeno che in Toscana e stato troppo a lungo sottovalutato.
Coldiretti Toscana
4 febbraio 2016

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