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7 Luglio 2017
#stopCETA

L’appello di Coldiretti: 250 giovani dell’Oscar Green agli Arsenali di Pisa lanciano l’allarme per un accordo che li priva di traiettorie di futuro e legittima la pirateria agro-alimentari
Dai Consigli comunali e dalle IGP del territorio toscano il sostegno alla battaglia di civiltà di Coldiretti e di altre rappresentanze della società

Dopo il sit-in di Coldiretti davanti a Montecitorio a cui hanno partecipato delegazioni provenienti  da ogni angolo della regione, continua il pressing su tutte le istituzioni del territorio toscano.
Già oltre 50 sono le delibere adottate o in via d'adozione da parte dei Comuni del territorio. l'Unione dei Comuni del Mugello ha invece voluto far sentire subito il proprio sostegno.
Nella prossima settimana Coldiretti Toscana pubblicherà l’elenco aggiornato di tutte le Istituzione che avranno voluto sostenere questa battaglia di civiltà.
Intanto, Tulio Marcelli e Antonio De Concilio, Presidente e Direttore di Coldiretti Toscana, dopo aver chiesto al Presidente Enrico Rossi il sostegno della Giunta regionale che ancora non si è pronunciata, hanno  formalizzato la proposta al Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, di adozione di un ordine del giorno del Consiglio regionale a difesa delle eccellenze dell'agroalimentare toscano è contro l'accordo di libero scambio con il Canada, così come proposto dal CETA.
Anche gli oltre 250 Giovani di Coldiretti, riuniti per l'assegnazione degli Oscar Green, una straordinaria rassegna dell'impresa giovane ed innovativa, hanno voluto lanciare quella che si annuncia essere una vera e propria tempesta sul web con l'hashtag #stopCETA per sensibilizzare i parlamentari a non ratificare il trattato di libero scambio con il Canada.
La denuncia è chiara: per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele. L’iniziativa #stopCETA è condivisa con un'inedita ed importante alleanza con altre organizzazioni Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch) che chiedono di fermare un trattato sbagliato e pericoloso per l’Italia. La svendita dei marchi storici del Made in Italy agroalimentare non è solo un danno sul mercato canadese ma - sottolinea la Coldiretti - è soprattutto un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti che sono autorizzati cosi a chiedere le stesse concessioni. Hanno cominciato a comprenderlo bene anche i Consorzi di Tutela dei prodotti Dop e IGP della Toscana, che hanno preso posizione per il NO al CETA. L'Igp Olio Toscano che ha voluto già nella serata di ieri stigmatizzare così i contenuti dell'accordo. "... non è possibile sacrificare sull'altare ci accordi, la cui validità è tutta da dimostrare,  pezzi del nostro patrimonio agroalimentare come la nostra denominazione IGP, mettendo l'olio Toscano fuori dall'elenco, ammesso che essere all'interno di quello potesse effettivamente garantirne la tutela....."
Secondo il Dossier della Coldiretti, ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese. Peraltro il trattato dà il via libera all’uso di libere traduzioni dei nomi dei prodotti tricolori (un esempio è il parmesan) mentre per alcuni prodotti (asiago, fontina e gorgonzola) è consentito in Canada l’uso degli stessi termini accompagnato con “genere”, “tipo”, “stile”, e da una indicazione visibile e leggibile dell’origine del prodotto. Ma se sono stati immessi sul mercato prima del 18/10/2013 possono essere addirittura commercializzati senza alcuna indicazione. La tutela delle indicazioni geografiche riconosciute – rileva Coldiretti - non impedisce l’uso in Canada di indicazioni analoghe per coloro che abbiano già registrato o usato commercialmente tale indicazione (sono compresi nell’eccezione formaggi, carni fresche e congelate e carni stagionate). In sostanza si potrà continuare a produrre e vendere “prosciutto di Parma” canadesi in coesistenza con quello Dop ma anche “Daniele Prosciutto” locale. È anche riconosciuta la possibilità di utilizzare parti di una denominazione di una varietà vegetale o di una razza animale (come ad esempio la chianina).
“L’Italia, e la Toscana in particolare, è leader in Europa nella qualità alimentare con 291 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, e non può accettare passivamente la banalizzazione del proprio patrimonio conservato da generazioni e deve invece – ha sottolineato Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana -  farsi promotrice in Europa di una politica commerciale contro l’omologazione e più attenta alle distintività”.
“In occasione della manifestazione in Piazza Montecitorio, al nostro fianco sono scesi tutti i rappresentanti dei partiti politici, le cui buone intenzioni avremo modo di verificare a breve, ed anche rappresentanti dei sindacati come Susanna Camusso della CGIL  – evidenzia Antonio De Concilio, Direttore di Coldiretti Toscana – per esprimere tutte le loro preoccupazioni maturate a seguito di approfondimenti del trattato. Adesso auspichiamo che anche la Regione Toscana, condivida la posizione di Coldiretti per un commercio libero e giusto e per un’Europa libera da questo CETA”.

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