Gli agriturismi sono il motore della ripresa dei flussi turistici nella campagna (+9,8%) e nella montagna (+3,1%) dando un contributo fondamentale alla crescita tendenziale delle presenze a livello regionale (+5,3%): mete, destinazioni, che hanno già recuperato e superato le presenze del 2019, prima dell’avvento della pandemia, facendo meglio di città d’arte e mare. Merito della diffusione da record degli agriturismi: il 97% dei comuni toscani ospita almeno una struttura a fronte di un dato nazionale del 62%. Una capillarità che ha portato milioni di turisti, soprattutto stranieri, alla scoperta di molti borghi, paesi e frazioni del nostro entroterra dando un impulso notevole al turismo rurale e delle aree più marginali e poco conosciute. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Irpet sui flussi turistici nei primi 8 mesi del 2023. “Il nostro comparto è a tutti gli effetti un fattore sempre più determinante per la crescita del sistema turismo regionale e nazionale. – spiega Marco Masala, Presidente Terranostra Toscana – Lo dicono i numeri, non solo in termini di strutture e posti letto, lo dicono soprattutto le presenze. La nostra tipologia ricettiva è sempre più ricercata, soprattutto dai turisti stranieri, che vogliono vivere esperienze vere, rustiche, genuine senza però rinunciare ai servizi e ai comfort che le nostre strutture oggi sono in grado di garantire insieme al buon cibo che è un volano straordinario del turismo rurale”.
Con 5.600 agriturismi la Toscana è la prima regione del Bel Paese per numero di strutture che garantiscono complessivamente un quarto dell’offerta nazionale. Un settore capace, nel 2022, di sfiorare le 5 milioni di presenze di cui 3,7 milioni nei primi 8 mesi dell’anno con un incremento, rispetto al periodo pre-pandemico, del 14%. Mai così tante. Un boom favorito dall’applicazione intelligente da parte delle aziende agricole che hanno saputo sfruttare le potenzialità della legge sulla multifunzionalità voluta da Coldiretti. Il 69,2% delle aziende agricole con attività connesse conduce infatti un’attività agrituristica, quasi il 20% in più dal 2010 secondo l’ultimo censimento Istat, favorendo così l’esplosione progressiva del turismo rurale, sostenibile, all’aria aperta, nelle nostre campagne, borghi, paesi e località più remote.