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31 Agosto 2022
CONSUMI: DOPO CARNE IN VITRO ECCO IL PESCE IN PROVETTA CHE NON NUOTA

Dopo la carne che non è carne ed il latte “munto” in laboratorio, sulle nostre tavole potrebbero arrivare anche polpette e bastoncini di pesce creati con cellule staminali in provetta. L’ultima deriva alimentare arriva dalla Germania con i primi bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli USA con un’abile strategia di marketing si stanno buttando sul sushi in provetta. A denunciarlo è Coldiretti Toscana che contro il cibo sintetico ha intrapreso una campagna di sensibilizzazione incassando il sostegno del Governatore della Regione Toscana, Eugenio Giani in occasione del recente evento a Casa Coldiretti a Firenze con la firma del manifesto di fronte a due bistecche alla fiorentina.

Un futuro, quello in provetta, che mette a rischio la biodiversità e la sopravvivenza stessa dell’agricoltura. “E’ un grandissimo inganno che rischia di sconvolgere in maniera irreversibile il sistema agroalimentare globale imponendo l’omologazione dei cibi e spingendo i consumatori verso un modello di dieta artificiale. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana - Consentire la commercializzazione del cibo prodotto in laboratorio significa decretare la fine dell’agricoltura e degli agricoltori, dei nostri allevamenti, della biodiversità, delle tradizioni locali e della cura del territorio che i contadini garantiscono attraverso il loro operato quotidiano. La tecnologia dovrebbe aiutare l’agricoltura a produrre meglio, con più sostenibilità nel rispetto della qualità e della sicurezza alimentare garantendo reddito alle imprese, non sostituire l’agricoltore con lo scienziato”.

La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto del pesce sintetico – spiega Coldiretti Toscana – promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali. Per ora in Germania si punta alla realizzazione di prodotti come bastoncini e polpette facendo biopsie ai pesci e creando masse di cellule autoriproduttive da confezionare poi per il consumo umano. Un business non indifferente se si considera che a livello globale – continua Coldiretti Toscana – ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all’anno, mentre gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 kg.

Ma al lavoro fra provette e laboratori non ci sono solo i tedeschi della Bluu Seafood. Negli Stati Uniti – rileva Coldiretti Toscana - il colosso Nomad Foods, proprietario tra gli altri del marchio Findus Italia, ha firmato un accordo con la start-up californiana BlueNalu per studiare il lancio di pesce da colture cellulari, mentre la Wildtype di San Francisco ha raccolto capitali per 100 milioni di dollari per sviluppare un sushi da salmone coltivato in laboratorio programmando l’eventuale distribuzione tramite accordi con Snowfox, che gestisce una catena di sushi bar con 1.230 punti vendita negli Stati Uniti e con Pokéworks, che gestisce 65 ristoranti di poke, mentre in Corea del Sud la CellMeat sta lavorando sui gamberetti in provetta.

Si tratta – afferma Coldiretti Toscana – di una deriva alimentare iniziata con la carne sintetica della società americana Beyond Meate sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere – evidenzia Coldiretti Toscana - i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.

Per quanto riguarda la carne da laboratorio ad esempio – sottolinea Coldiretti Toscana – la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato.

Una battaglia, quella contro il cibo “coltivato” in laboratorio dagli scienziati, vuole condurre insieme ai consumatori. Da qui la proposta di Coldiretti Toscana alla Regione Toscana di promuovere una campagna nei confronti dei cittadini per sensibilizzarli sulla minaccia del cibo sintetico e sulla necessità di difendere il sistema agricolo, agroalimentare e zootecnico. “I consumatori sono il nostro più forte ed importante alleato. – conclude il Presidente di Coldiretti Toscana – Sono loro che vanno a fare la spesa, loro che decidono cosa acquistare e cosa no. Ed è con loro che dobbiamo fare un patto per difendere e tutelare la nostra agricoltura da chi vorrebbe fare a meno di coltivare campi ed allevare animali per produrre carne, formaggi e uova”.

 

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