“I danni sono ancora oggi imponderabili. Avremo una stima definitiva solo in primavera, alla ripresa del ciclo vegetativo delle piante. I danni sono materiali, alle piante e alle strutture, ma sono anche collegati allo svantaggio di competitività e alle difficoltà di rispondere alla domanda del mercato soprattutto estero. I nostri imprenditori hanno bisogno adesso del primi ristori e sostegni per poter rialzarsi in attesa di una valutazione definitiva che saremo in grado di fare più avanti insieme a modalità semplificate e tempi certi di erogazione degli aiuti”: è quanto ha detto la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani dopo la visita, l’ennesima in pochi giorni, tra le aziende danneggiate dall’alluvione. La presidente regionale ha visitato alcune delle aziende vivaistiche del distretto di Pistoia per raccogliere testimonianze e bisogni immediati.
Accompagnata dal direttore regionale, Angelo Corsetti e dal direttore provinciale, Francesco Ciarrocchi, la presidente Cesani teme per le pesanti ripercussioni per un comparto che vale un terzo della produzione agricola regionale: “gli imprenditori che abbiamo incontrato, in questi giorni sono presi dalla sconforto ma hanno manifestato insieme anche la voglia di mettersi tutto alle spalle e ripartire al più presto. Non possiamo e non dobbiamo lasciarli soli”. La presidente Cesani ha incontrato questa mattina l’assessore regionale alla Protezione Civile, Monia Monni mentre martedì parteciperà al tavolo convocato dall’assessora regionale all’agricoltura, Stefania Saccardi. “Momenti di confronto per rappresentare le difficoltà del nostro settore e ribadiremo le priorità rispetto alla liquidazione delle prime risorse e alle tempistiche”.
Coldiretti Toscana ha stimato almeno 50 milioni di danni nelle campagne dal maltempo che hanno ferito un migliaio di imprese agricole tra le province di Prato, Pistoia, Pisa, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Siena e Grosseto. Più della metà dei danni sono imputabili al settore vivaistico pistoiese. Un conto, quello paventato da Coldiretti Toscana, ancora provvisorio che non tiene conto dei danni futuri per le coltivazioni che non riusciranno a riprendersi e che mette a nudo la grande fragilità del territorio dove il 100% dei comuni si trova in area a rischio idrogeologico, ciò nonostante la cementificazione selvaggia va avanti. Dal 2006 ben 113 ettari di aree rurali, come 80 campi da calcio, sono state trasformate in aree urbane o suburbane secondo l’ultimo rapporto Ispra.