L’inflazione nell’euro zona ed i rincari energetici che scuotono le economie mondiali non fermano le esportazioni di prodotti agricoli regionali nel mondo. Il Made in Tuscany agroalimentare continua a correre fuori dai nostri confini con numeri da doppia cifra anche nel difficile terzo trimestre con un incremento del 13,8% in valore, pari a 2.508 milioni di euro di prodotti esportati dall’inizio dell’anno. Il 12% in più su base trimestrale. A trainare le esportazioni con l’80% del valore del totale di export sono tra i prodotti vino, olio, salse gastronomiche e florovivaismo. L’altro grande merito è delle imprese: il 49% delle quali ha la propensione ad esportare contro una media nazionale del 44%. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dell’analisi dei dati Istat sulle esportazioni nel terzo trimestre dell’anno in corso.
“Anche in un contesto di inflazione record che tocca da vicino non solo il nostro paese ma tutta l’area Euro aggravato dagli effetti del conflitto un Ucraina che hanno contagiato tutte le economie mondiali, i prodotti di qualità del nostro agroalimentare, in particolare i prodotti a IG, continuano a tirare senza sosta all’estero. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Negli ultimi dieci anni, gli ultimi caratterizzati dalla pandemia, il nostro export ha continuato a crescere ad una velocità del 5,1% all’anno arrivando a sfiorare i 3 miliardi di euro nel 2021. Trend molto positivo confermato anche nel terzo trimestre con un aumento del valore di export del 12,2% pari a 754 milioni di euro. 80 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.
Le risposte principali, e le conferme, arrivano dai mercati di riferimento per le nostre imprese agricole a partire da quello europeo con 1.465 milioni di euro di prodotti esportati (+10%) trainato principalmente dalla Germania con 370 milioni di euro (+16%), dalla Francia con 263 milioni di euro (+9%), Svizzera con 102 milioni di euro (+4%) e dalla Spagna con 52 milioni di euro (+9%). Molto bene le vendite negli Stati Uniti con 630 milioni di euro (+22,4%) ed il mercato asiatico con 181 milioni di euro (+5%) dove però si registra, ancora una volta, una riduzione del 23% dei valori per il mercato cinese. Tornano a crescere anche i flussi verso il Regno Unito (+3%) con 159 milioni di euro di valore. Iniziano a farsi sentire in maniera pesante gli effetti del conflitto con una forte riduzione di esportazioni sia verso la Russia (-13%) che verso l’Ucraina (-54%): prima dell’avvio del conflitto i due mercati valevano complessivamente circa 40 milioni di euro. Oggi la loro incidenza per la nostra economia regionale si è praticamente dimezzata.