Sono laureati, guidano imprese agricole sempre più multifunzionali che investono sull’agricoltura di precisione, la meccanizzazione e la lotta biologica e sanno fare rete tra di loro. E’ l’identikit dei nuovi giovani imprenditori agricoli della Toscana secondo l’ultimo censimento Istat 2020 sulla base di una analisi di Coldiretti Toscana. Il dossier dei giovani a capo di azienda con una età fino a 40 anni è stato presentato in occasione dell’assemblea annuale di Giovani Impresa che si è tenuta a Casa Coldiretti, a Porta a Prato, a Firenze all’interno del quale sono stati presentati i risultati del progetto “Go Tinia” sull’agricoltura di precisione di cui sono partner del Gruppo Operativo Bonifiche Ferraresi (capofila), Università di Firenze ed azienda agricola Bemoccoli e la misura 4.1.1 della Regione Toscana sugli “Investimenti per migliorare la redditività e la competitività delle aziende agricole”.
“I giovani imprenditori sono più formati, conducono aziende mediamente più grandi, più ottimisti, più integrati ed hanno una maggiore propensione ad investire rispetto ai colleghi con una età superiore a 40 anni. – spiega Francesca Lombardi, Delegata Giovani Impresa Coldiretti Toscana – La multifunzionalità è una delle caratteristiche delle imprese giovanili. Nella nostra regione, questa attitudine, spicca più che altrove a dimostrazione della capacità di sapere raccogliere le opportunità che arrivano dal mercato, di sapere adattarsi a nuove sfide e diversificare le attività. Lo abbiamo visto bene durante il periodo Covid. Ma per favorire il ricambio generazionale e contrastare la fuga dalla aree rurali, fenomeno purtroppo che ha allontanato il 44% dei giovani negli ultimi dieci anni da montagne e campagne, c’è bisogno di risorse: per questo motivo la Pac, la nuova Politica Agricola Comune, così come il Piano di Sviluppo Rurale che ha stanziato 40 milioni di euro tra premi di primo insediamo ed investimenti per le nuove imprese o i bandi di Ismea, hanno un ruolo decisivo nel presente ed ancora più sul futuro”.
All’assemblea, moderata dal direttore regionale, Angelo Corsetti ed aperta dai saluti del Presidente regionale, Fabrizio Filippi, hanno partecipato in Daniel Seghieri (Bonifiche Ferraresi), Stefania Bellini (Regione Toscana), Aldo Galeotti (Area Tecnica CAA Coldiretti Toscana) ed il delegato alle politiche giovani/innovazione della Regione Toscana, Bernard Dika: “Voi siete custodi della Toscana. – ha detto Dika durante il suo intervento - La Toscana non è solo quella del David, degli Uffizi e delle tante belle cose che abbiamo. La Toscana è quella del Made in Tuscany agroalimentare che permette alla nostra economia che permette di essere forte. Se viene a mancare il vostro lavoro, crolla il sistema sociale ed economico della nostra regione. Il vostro successo è quindi il successo della Toscana”.
Sono 4.336 le aziende agricole con a capo un giovane imprenditore con una età fino a 40 anni (9%) che coltivano 75.395 di ettari (13,4%), nel 53% dei casi in affitto, per una superficie media di 11,8 ettari. Sono due gli elementi che emergono dal censimento Istat: la Toscana è la seconda regione italiana (dietro l’Umbria) con la maggior quota di aziende agricole guidate da giovani imprenditori con una età fino a 40 anni laureati o diplomato, il 25,9% contro il 12,4% dei capoazienda con età superiore a 40 anni, e di cui solo l’8% laureato o diplomato in agraria, e la seconda (dietro la provincia di Bolzano) con la maggior quota di aziende con almeno un’attività connessa (28,4%): su 1.230 aziende multifunzionali con capoazienda fino a 40 anni 808 sono specializzate nell’ospitalità agrituristica, 168 nelle attività conto terzi, 108 producono energia solare, 91 trasformano prodotti vegetali, 46 svolgono attività di fattoria didattica e 38 di agricoltura sociale. In un caso su due (52%) le aziende sono condotte da meno di 10 anni ed in un caso su tre (33%) si tratta di aziende nuove, start-up vere e proprie, il cui capitale fondiario non proviene da famigliari o parenti. Nel 46% dei casi il ricambio generazionale avviene invece attraverso il passaggio dei terreni dai famigliari, nel 6% dai parenti e nel 10% da terzi.
Tra i dati che emergono – spiega Coldiretti Toscana – è l’attitudine, delle imprese agricole toscane, a fare almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020: il 32% contro il 12,4% delle imprese con capoazienda over 40. Nella più delle metà dei casi si tratta di investimenti sulla meccanizzazione poi impianto e semina, concimazione del suolo, lotta fitosanitaria e marketing. 745 sono le aziende biologiche su uno stock di 4.336, 81 gli allevamenti bio. Il 60% è associata ad organizzazioni di produttori o ad una rete di imprese.
L'iniziativa è stata finanziata dalla sottomisura 1.2 nell'ambito del Bando relativo al sostegno per l'attuazione dei piani strategici e la costituzione dei Gruppi Operativi del PSR della Regione Toscana 2014 - 2020.