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17 Febbraio 2009
A FIRENZE “CENA A KM 0”

In evidenza, la classifica dell'agroalimentare più inquinante:
l'uva nera del Perù in testa alla top ten, seguita dall'uva bianca del Sudafrica
e dal melone bianco brasiliano

Si è conclusa ieri la kermesse pro-clima promossa da Coldiretti, Legambiente Toscana e MDC Firenze in occasione del 4° compleanno di Kyoto.
Centinaia di coppie hanno deciso di festeggiare il week end di San Valentino a lume di candela nelle circa cinquanta aziende agrituristiche toscane che hanno aderito al progetto. Niente corrente elettrica, dunque, niente elettrodomestici e tv accese, e menù a km 0, per una festa romantica che ha contribuito a sensibilizzare tanti consumatori a porre attenzione all’abuso energetico che contribuisce a inquinare l’ambiente e a peggiorare il clima.

L’iniziativa è culminata ieri sera con la cena pro filiera corta volta a sollecitare un quadro normativo favorevole alla diffusione dei prodotti locali, nell’interesse dell’ambiente, dei consumatori e dei produttori agricoli. In tavola, solo prodotti rigorosamente toscani, che, per arrivare nei piatti, hanno percorso solo una manciata di km. Zero se confrontati con le decine di migliaia di chilometri necessari per fare arrivare a destinazione i cibi che sprecano energia ed esposti provocatoriamente vicino al meglio del made in Tuscany. Coldiretti ha infatti allestito per l'occasione la mostra "A tavola si Combatte l'Inquinamento". In vetrina i tanti prodotti provenienti da paesi europei ed extraeuropei che, per arrivare nelle nostre cucine, percorrono lunghe distanze e necessitano di ingenti quantitativi di carburanti, con conseguente rilascio di anidride carbonica in atmosfera.

Per ogni alimento esposto e acquistato nella rete della grande distribuzione organizzata toscana si sono evidenziati i km percorsi, il petrolio utilizzato per il trasporto, i kg di CO2 liberata nel tragitto per arrivare dal luogo di produzione al luogo di consumo. I maggiori nemici del clima sono i prodotti che viaggiano in aereo, come l'uva nera del Perù, la quale, emettendo 19 kg di CO2 per ogni kg di prodotto, risulta in testa alla top ten. Forti emissioni di anidride carbonica anche per l'uva bianca proveniente dal Sudafrica, che per arrivare sulle nostre tavole percorre 8700 chilometri in aereo, emettendo alla fine 16 kg di Co2 al kg, valore raggiunto quasi anche dal melone bianco brasiliano. Cocco e mango dal Ghana e clementine da Israele seguono non troppo da lontano nella classifica "dei cattivi".

Semplici dati, che dicono che quando si parla di filiera lunga e soprattutto di trasporto aereo, sono più i kg di CO2 emessi che quelli di prodotto consumato. Forte impatto ambientale anche per i 25 mila km percorsi dal vino Shiraz australiano, che tuttavia, spostandosi in nave, costa all'ambiente "solo" 0,75 kg di C02 al kg di prodotto. Costano tanto al clima anche i ceci che arrivano nei supermercati dal Messico (0,315 kg C02 / kg prodotto) o l'insalata belga che arriva dall'Olanda in camion frigo. Il messaggio è chiaro: consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi ogni famiglia può dare davvero un contributo significativo all’abbattimento dello smog!

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