Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana: “Non comprendo le ragioni
che hanno spinto Confesercenti e Confcommercio a ingaggiare battaglia contro
il nuovo quadro normativo di riferimento per le attività agrituristiche”
“E’ un privilegio essere obbligati a servire in tavola solo prodotti di origine toscana? Non poter preparare le colazioni con latte a lunga conservazione? Abolire dalla cucina ogni alimento estraneo al nostro territorio, a cominciare per esempio dal diffusissimo filetto argentino così presente nei menù tipici proposti nella nostra regione? Forse è vero: l’agriturismo ha il privilegio di dover servire, per legge, solo piatti toscani autentici, preparati con alimenti di origine certa e documentata. E, sempre per legge, ha anche il privilegio di sottoporsi a controlli certi e severi. Sono queste le regole stringenti introdotte con la modifica della legge 30/03 e del relativo regolamento attuativo: modifiche sollecitate con determinazione da Coldiretti, con la consapevolezza che i pasti somministrati in agriturismo non possono essere che lo specchio fedele del territorio, la prima testimonianza dei valori dell’alimentazione a chilometro zero, il miglior biglietto da visita per far conoscere e apprezzare i frutti dell’attività di coltivazione e di allevamento svolta dalle aziende agricole”. Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana e dell’associazione agrituristica Terranostra, non comprende le ragioni che hanno spinto Confesercenti e Confcommercio a ingaggiare battaglia contro il nuovo quadro normativo di riferimento per le attività agrituristiche. “Sorprende questa scelta, tanto più che entrambe le associazioni hanno partecipato attivamente a ogni fase della concertazione, suggerendo modifiche e integrazioni che, in gran parte sono state accolte e hanno contribuito a migliorare l’articolato. Riteniamo infatti che introdurre per legge alcuni obblighi servirà a elevare complessivamente la qualità dell’offerta agrituristica toscana nell’interesse dei consumatori. Un obiettivo che Coldiretti si pone da anni e che sta realizzando con il progetto Campagna Amica, che prevede la costruzione di una rete di punti di vendita diretta accreditati di prodotti di origine italiana. Questo percorso, per noi, è iniziato molto prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni normative”, conclude Marcelli difendendo l’impianto legislativo in vigore dallo scorso 15 aprile. E ricorda: “Solo per chiarezza e dovere di precisione voglio aggiungere che le aziende agrituristiche osservano le regole imposte a tutti gli esercizi aperti al pubblico: da quelle igienico sanitarie a quelle volte a tutelare la sicurezza e la privacy degli ospiti. Sono tenute a comunicare le presenze e a pagare le medesime imposte. Hanno necessità di sottoporsi alla formazione obbligatoria e ad adottare manuali di autocontrollo per la manipolazione e trasformazione degli alimenti e la conduzione degli impianti natatori. In più, devono conservare e dimostrare la prevalenza dell’attività agricola e possono svolgere attività connesse solo se dispongono di immobili adeguati: nelle campagne infatti come tutti sanno è vietato edificare nuovi volumi”.