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4 Luglio 2008
AGRITURISMO: ILLEGITTIMA LA TIA EQUIPARATA AGLI ALBERGHI

Una sentenza della Commissione Tributaria Provinciale  di Firenze ha stabilito che rispetto alla TIA (Tassa di Igiene Ambientale)  gli agriturismi non possono essere equiparati agli alberghi. Si crea così  un precedente importante per riaprire il ragionamento su una tassa ritenuta ingiusta.
Da anni, infatti, Coldiretti e Terranostra hanno avanzato la richiesta dell’applicazione di tariffe che tenessero conto del fatto che l’agriturismo è un’attività complementare e connessa all’attività agricola; che, nelle imprese agrituristiche, la produzione di rifiuti è limitata in virtù di del modesto numero di ospiti che accolgono e del limitato periodo di utilizzo (molte strutture sono aperte solo in determinati periodi); che il servizio di raccolta è carente… motivazioni che, fino ad oggi, sono rimaste inascoltate, come le sentenze di alcuni giudici di pace che sono rimaste lettera morta.
Adesso finalmente una svolta, grazie al ricorso presentato e vinto da un’azienda chiantigiana, caldeggiato da Coldiretti Firenze-Prato, che ha seguito l’imprenditore nel lungo iter che si è concluso con la dichiarazione attesa: “L’applicazione della TIA – recita infatti la sentenza depositata all’inizio di giugno – non può essere la stessa per agriturismi e alberghi. Le due tipologie di attività non sono analoghe e quindi, non si possono equiparare nel calcolo per la tassa per lo smaltimento dei rifiuti”. La Commissione Tributaria Provinciale dunque ha dato ragione all’azienda ritenendo illegittima l’equiparazione delle due attività in quanto l’attività agrituristico risulta complementare a quella agricola”. Inutile dire che di qui potrebbe partire la presentazione di una istanza di rimborso da parte di tutti gli agriturismi della regione, per pretendere il rimborso tra le somme effettivamente pagate negli ultimi cinque anni e ciò che era realmente dovuto. Il condizionale continua ad essere d’obbligo, dato che, per avere la certezza matematica di poter procedere, occorre attendere eventuali ulteriori gradi di giudizio. Certo è che la sentenza comincia a fare giustizia e restituisce parte della competitività alle imprese, sui cui bilanci la TIA ha pesato in modo sproporzionato. Basti pensare che l’azienda fiorentina che ha vinto il ricorso per lo smaltimento dei rifiuti pagava una somma pari al 50 per cento dell’intero fatturato annuale.

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