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19 Marzo 2009
AGRITURISMO: L’ULTIMATUM DI COLDIRETTI

La revisione della legge agrituristica deve essere avviata subito e deve concludersi entro la fine della legislatura. Coldiretti Toscana dà l’ultimatum alla Regione Toscana e fissa una precisa temporizzazione dell’iter. “Non siamo disposti ad attendere ancora. Tra l’altro, la lunga attesa, porta al fiorire di proposte legislative che non aiutano lo sviluppo dell’agriturismo, settore strategico per l’economia toscana e per l’immagine che questa regione ha nel mondo”, dice  il Presidente di Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli, che, riferendosi alla recente iniziativa promossa dal Pdl, aggiunge: “Pur apprezzando lo sforzo, che intende stimolare le istituzioni a prendere una decisione in merito, non possiamo condividerne i contenuti, che, in qualche caso, appaiono addirittura peggiorativi”. Per quanto riguarda il restiling della legge 30/03, spiega: “La Toscana deve procedere in modo spedito al recepimento delle novità, introdotte con l’entrata in vigore della norma nazionale; alla correzione delle storture presenti nella legge n. 30/03, che denunciamo da anni (da quando, con l’adozione del regolamento di attuazione , nel 2004, è diventata operativa) e che ha creato pesanti svantaggi competitivi alle aziende toscane; alla valorizzazione della multifunzionalità agricola con il riconoscimento della possibilità di offrire tutti i servizi agrituristici, in modo indipendente l’uno dall’altro, a cominciare dalla ristorazione, il miglior biglietto da visita delle nostre produzione” “Coldiretti – aggiunge il direttore Prisco Lucio Sorbo - ha inserito la modifica della legge agrituristica tra le priorità per l’agricoltura toscana. Lo abbiamo messo nero su bianco nel documento di mobilitazione, consegnato nell’autunno scorso al Presidente Claudio Martini, lo abbiamo ribadito scendendo in piazza a Firenze il 27 novembre scorso. Adesso è arrivato il momento delle risposte. Le imprese di questa regione non sono più disposte ad attendere e ad affrontare il mercato, in un momento particolare e difficile, con uno strumento normativo inadeguato e addirittura penalizzante”. Decisa sui contenuti e determinata sui tempi, Coldiretti non ammette ritardi: “Vogliamo certezze. In caso contrario siamo disposti a ricorre ancora una volta all’arma del conflitto”, concludono Marcelli e Sorbo.

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