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7 Dicembre 2009
AGRITURISMO: QUESTA LEGGE S’HA DA FARE

 “L’agriturismo non è una trattoria o un albergo in campagna, come qualcuno si ostina a pensare. E’ prima di tutto un’azienda agricola e lo rimarrà anche con la nuova legge che, anzi, esalta e valorizza proprio questo aspetto, che è e rimane il punto di forza della nostra attività”. Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e presidente nazionale di Terranostra, la sua associazione agrituristica, tiene a puntualizzare un aspetto troppo spesso sottovalutato. “La proposta di legge che ha superato l’esame in commissione agricoltura e che presto approderà in aula per l’adozione non cambia questa regola, che noi difendiamo con decisione perché rappresenta il nostro punto di forza, il distinguo dalle attività tradizionali che offrono servizi di ristorazione e accoglienza. La nuova legge, di differente rispetto al passato, consentirà anche alle imprese toscane, come accade in molte altre regioni della nostra penisola, di far assaggiare e apprezzare agli ospiti quanto l’azienda agricola produce: è un modo, il più semplice, per valorizzare la filiera corta, che è uno dei punti cardine su cui ruota la politica agricola della Toscana”. Nessuna deregulation insomma. Solo un’opportunità per gli agricoltori di mettere in tavola quello che coltivano e/o allevano. Ma attenzione: senza snaturare la loro vocazione agricola. “L’attività agricola, infatti, deve rimanere sempre prevalente. Questo significa che  le attività connesse (pernottamento, somministrazione pasti, didattica e quant’altro) non devono mai risultare più consistenti (per reddito o tempo dedicato) alle attività agricole. Questo è un evidente e giusto paletto, che deve essere rispettato solo e unicamente dalle aziende agrituristiche: un limite necessario per evitare di snaturare la vocazione prevalente dell’attività. Vogliamo che sia chiaro, prima di tutto ai consumatori che si avvicinano alle nostre strutture, dove potranno consumare solo ed esclusivamente prodotti toscani, prevalentemente aziendali. Questo significa che in tavola non potranno pretendere altro che quello che il territorio, in quel determinato periodo dell’anno, sa e può offrire. Limitata? Forse, ma autentica. L’ospite infatti avrà modo di apprezzare come e dove nascono gli alimenti che consuma e di conoscere proprio chi li produce. Un valore molto apprezzato dai consumatori”. Insomma la somministrazione di pasti resta  vincolata: alla disponibilità di edifici, che persa la funzionalità per l’azienda agricola, possono essere recuperati (ricordiamo che è vietato realizzare manufatti di nuova costruzione) per l’agriturismo; alla composizione del menù, impostato solo su prodotti di stagione, aziendali e del territorio; al rispetto della prevalenza dell’attività agricola. “La nostra organizzazione si è battuta per ottenere la possibilità di somministrare pasti e alimenti a tutti e non solo agli ospiti che utilizzano altri servizi agrituristici: questo, infatti, consente si superare uno svantaggio competitivo che ha sempre penalizzato le imprese toscane, rispetto alle aziende di altre regioni, dove questa opportunità è consentita da sempre”. Un altro elemento importante introdotto dalla nuova legge agrituristica è la semplificazione: “La possibilità di procedere all’apertura di nuove aziende o all’ampliamento di quelle esistenti con una semplice dichiarazione di inizio attività era un atto dovuto, che per gli altri settori è già in essere da tempo”, conclude Marcelli, esprimendo soddisfazione per l’ormai imminente conclusione dell’iter della proposta di legge che dovrebbe approdare in consiglio regionale prima dello scoccare del 2010. “Ci auguriamo che la Regione proceda, senza subire le pressioni di quanti pensano di poter risolvere i problemi della ristorazione ostacolando lo sviluppo dell’agriturismo: noi siamo convinti – ribadisce il presidente – che solo una risposta territoriale integrata consentirà alla Toscana di superare un momento difficile per tutti i settori economici”.

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