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4 Novembre 2010
Al via il vino novello 2010

Passato un minuto dalla mezzanotte di venerdì 5 novembre sarà possibile stappare la produzione di oltre 8 milioni di bottiglie di novello realizzata in Italia nel 2010 e in vendita in negozi, ristoranti, enoteche, winebar e vinerie per essere consumate entro i prossimi sei mesi, termine ultimo consigliato perché il primo vino dell'annata ad essere imbottigliato mantenga inalterate le proprie caratteristiche.
Con il novello si iniziano a stappare le prime bottiglie della nuova annata, che si prevede in linea con quella precedente con una produzione attorno ai 45 milioni di ettolitri, ma lungo lo stivale la vendemmia non è ancora finita nei vigneti più alti.
La produzione di novello sarà piu' contenuta rispetto allo scorso anno, con una diminuzione di circa il 10 per cento, i prezzi di vendita del novello Made in Italy sono stabili, con una media di 5 euro a bottiglia. Il fatturato del vino novello è di circa 40 milioni di euro ed è realizzato da oltre duecento produttori con oltre un terzo del totale delle bottiglie che esce dalle cantine del Veneto che insieme al Trentino copre quasi la metà della produzione nazionale, mentre a seguire si posizionano la Toscana, la Sardegna, l'Emilia Romagna e la Puglia.
Il "vino da bere giovane" è nato negli anni ' 50 in Francia nella regione Beaujolais e le sue caratteristiche sono determinate dal metodo di vinificazione utilizzato che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il novello viene consumato soprattutto dal pubblico dei più giovani in abbinamento con i prodotti autunnali, dalle caldarroste ai prodotti tipici del territorio come salumi, verdure in pinzimonio e formaggi piccanti a pasta molle, degustati in casa o in pizzerie, enoteche, winebar, ristoranti e nelle piazze dove sono numerose le Sagre e le Feste paesane dedicate a questo vino.
La produzione italiana è caratterizzata sopratutto da novelli monovitigno con l'utilizzazione di un'ampia gamma di vitigni autoctoni (Teroldego, Ciliegiolo, Nero d'Avola, ecc.) anche se quelli più utilizzati sono nell'ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera.

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