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11 Febbraio 2009
ALLARME CINGHIALI LANCIATO DA COLDIRETTI TOSCANA

I cinghiali distruggono colture e raccolti, mettono a rischio la sopravvivenza delle nostre aziende, limitano il nostro spirito di impresa.
Il forte allarme è stato lanciato ormai da mesi da Coldiretti che, già il 27 novembre scorso, in occasione della partecipata manifestazione di protesta, lo ha evidenziato come una delle più gravi criticità dell’agricoltura toscana.
"Dopo la grande iniziativa di Firenze, che ha portato migliaia di imprenditori in piazza, pur avendo notato un aumentato interesse nei confronti del nostro settore, attenzione che ci viene manifestata anche su un tema caldo come quello dell’emergenza selvatici", dice il presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli, "prendiamo atto di quanto si dichiara, alla vigilia della Conferenza sulla caccia, ma ribadiamo che, da anni, stiamo attendendo interventi concreti. Ci attiveremo quindi perchè le buone intenzioni si traducano al più presto in realtà".
Fatti e non parole, insomma, sollecita Coldiretti Toscana che, in questi giorni, sta organizzando incontri con i prefetti in tutte le province e sta inviando lettere a presidenti e assessori provinciali, presidenti delle comunità montane e delle Atc, sindaci e assessori comunali e a tutte le istituzioni territoriali per sollecitarli ad intraprendere azioni, volte a fronteggiare un problema che può essere gestito solo con interventi immediati e straordinari.
"Il clima di difficoltà e profondo disagio che si avverte nelle campagne toscane ci obbliga a pretendere un drastico contenimento del numero degli animali. Le proposte di modifica alla norma sulla caccia, come il foraggiamento, si possono ritenere un primo approccio, che sarà poco significativo se rimarrà isolato e non sarà supportato da altre iniziative", spiega Prisco Lucio Sorbo, Direttore di Coldiretti Toscana.
"Gli annunci fatti dalla Regione non spostano comunque la nostra scelta di non partecipare ai lavori della Conferenza sulla Caccia, che continuiamo a non ritenere strumento idoneo per affrontare e gestire l’emergenza. Pur essendo un meccanismo importante per programmare lo sviluppo dell’attività venatoria e delle opportunità ad essa legate, siamo convinti che può essere utilizzata solo quando il numero degli animali sarà tornato entro i limiti di sostenibilità per l’agricoltura e l’ambiente. Adesso, per come è stata concepita e per la grave situazione in cui viene a collocarsi, rischia di apparire controproducente perché tende ad acuire le forti tensioni in atto", conclude Sorbo. Nelle prossime settimane, intanto, Coldiretti continuerà a mettere in atto azioni per sollecitare soluzioni utili per risolvere il problema.

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