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21 Settembre 2009
Anno nero per i prezzi dell’ortofrutta

Man mano che si conoscono i dati, emerge sempre di più quanto è purtroppo noto nelle campagne da mesi: il 2009 verrà ricordato come uno degli anni peggiori per le produzioni ortofrutticole. Il crollo dei prezzi all’origine, a fronte di prezzi al dettaglio che, mantenendosi “robusti”, hanno anche penalizzato i consumi, non consentirà alle imprese agricole di chiudere i bilanci 2009 in attivo.
L’analisi dei dati Istat sull’import-export dei primi 5 mesi del 2009, gli ultimi disponibili, conferma le gravi difficoltà delle nostre esportazioni, peraltro aggravate da una forte crescita delle importazioni e quindi della pressione competitiva del prodotto estero sul nostro mercato.
In particolare emerge, si veda la tabella allegata, come le nostre esportazioni ortofrutticole siano calate tra gennaio e maggio del 10,73%, mentre, nello stesso periodo, le importazioni crescevano del 14,64%. In sostanza oltre 200 milioni di chilogrammi importati in più rispetto ai primi 5 mesi del 2008 e 167 milioni di chilogrammi di ortofrutta esportati in meno.
Tra i prodotti orticoli che hanno fatto segnare la maggiore crescita delle importazioni, emergono il gruppo dei cavoli e cavolfiori (+140%), di carote, sedani-rapa e ravanelli (+116%), degli ortaggi vari (+43%), per una crescita totale della voce importazione di ortaggi pari all’11,12%. Ancora più pesante la situazione nel comparto dei prodotti frutticoli, trascinati dalla crescita delle importazioni di agrumi (+110%), ad un balzo del totale delle importazioni di frutta del 17,73%.
Complessivamente si tratta, come detto, di oltre 200 milioni di chilogrammi di ortofrutta, la metà agrumi, importata in più rispetto ai primi 5 mesi del 2008. E’ come se ogni italiano avesse consumato quasi 3,5 chilogrammi di ortofrutta straniera  rispetto al 2008 (gennaio-maggio).
La domanda sorge spontanea: se ne saranno accorti? Avranno comprato consapevolmente ortofrutta di provenienza estera o sarà stata spacciata per italiana?
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla frenata delle nostre esportazioni, calate del 10,73% (-14,29% gli ortaggi e -8,44% la frutta).
E’ evidente che il mix di queste due situazioni, aumento delle importazioni e calo delle esportazioni è letale per il nostro sistema.
E la situazione statistica dei mesi successivi la possiamo già immaginare, senza dover aspettare i dati di giugno, luglio, agosto, vista la quantità di pesche, albicocche, angurie, meloni, pomodori, che si sono riversati in Italia, questa estate, da mezzo mondo.
Bisogna assolutamente che vengano aumentati i controlli sull’ortofrutta, sulla sua corretta etichettatura, sul sistema distributivo, se è vero che, come dimostrato dalle giornate della mobilitazione di Coldiretti, c’è addirittura prodotto che parte dall’estero già etichettato come italiano e campagne promozionali che promettono ortofrutta italiana, ma espongono quella straniera!
In secondo luogo il Legislatore deve trovare una soluzione ai rapporti troppo squilibrati con la grande distribuzione, ad una contrattualistica da medio-evo criticata anche dal Parlamento europeo: a chi produce non possono rimanere solo le briciole.
Infine, pur consci che il momento è difficile per i consumi anche negli altri paesi e che il calo delle esportazioni dipende in buona parte da questo, si deve riuscire a rimuovere quelle barriere burocratiche e fitosanitarie, troppo spesso pretestuose, che ancora ci negano l’accesso a molti mercati interessati al vero made in Italy.

Scarica la tabella dell'import-export dell'ortofrutta

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