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16 Dicembre 2009
Approvato il nuovo decreto sulle produzioni biologiche

E’ stato approvato il nuovo decreto ministeriale sull’agricoltura biologica che finalmente consente l’applicazione delle norme emanate dai nuovi regolamenti comunitari.
Secondo la legislazione comunitaria gli obiettivi del metodo di produzione biologico sono: promuovere un modello di agricoltura sostenibile che rispetti i sistemi e i cicli naturali e mantenga e migliori la salute e l’equilibrio dell’ecosistema, tuteli la biodiversità, assicuri un impiego responsabile dell’energia e delle risorse naturali, rispetti criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e soddisfi, in particolare, le specifiche esigenze comportamentali degli animali secondo la specie; mirare a ottenere prodotti di alta qualità offrendo ai consumatori un’ampia varietà di alimenti e altri prodotti agricoli ottenuti, con procedimenti che non danneggino l’ambiente, la salute umana ed il benessere degli animali.
Il decreto è frutto di un proficuo lavoro di collaborazione tra la Pubblica Amministrazione ed i diversi soggetti della filiera e detta indicazioni importanti per l’operatività delle imprese agricole biologiche che devono adeguarsi al nuovo sistema legislativo.
Particolarmente importante è la norma che disciplina la pratica agronomica delle rotazioni  colturali che costituisce una elemento basilare del metodo di produzione biologico. Tale pratica rappresenta non solo  uno degli accorgimenti principali da mettere in atto al fine di evitare l’instaurarsi di  un’infestazione di parassiti ed erbe infestanti che, oltre ad essere dannose nei confronti della coltura, sarebbero di difficile e costoso controllo con i mezzi ridotti di cui normalmente si dispone in agricoltura biologica, ma contribuisce validamente alla difesa della fertilità del suolo evitando la monosuccessione colturale.
La norma pone degli obblighi che non si discostano da quanto viene praticato dalle imprese che applicano correttamente il metodo di produzione biologico e, quindi, non ha alcun impatto penalizzante per le medesime tanto è vero che è stata condivisa dalle Regioni e dalla maggior parte delle associazioni partecipanti al tavolo di lavoro ministeriale ed ha come unico obiettivo, quelle di fornire delle indicazioni più puntuali sul piano agronomico per la sua attuazione nei diversi sistemi colturali.
Altre norme degne di rilievo sono le disposizioni che rendono più rigorose le procedure di importazione dei prodotti biologici prevedendo anche un albo degli importatori e stabilendo l’obbligo che le partite di prodotti biologici siano accompagnate da apposita certificazione di analisi, emessa da un laboratorio accreditato, attestante l'assenza di sostanze non ammesse ai sensi della normativa vigente e, qualora il Mipaaf lo ritenga necessario, l'assenza di Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) o di sostanze da essi ottenuti e derivati.
Dopo molti anni,  tale decreto costituisce il primo provvedimento di rilievo per il settore dell’agricoltura biologica e, quindi, Coldiretti auspica che entri in vigore il prima possibile per consentire alle imprese di operare nella certezza delle regole e soprattutto di ridare slancio al settore, visto anche che quest’anno l’Italia ha perso per la prima volta il primato europeo di primo produttore di alimenti biologici a vantaggio della Spagna.
In Italia sono scesi a 42.037 i produttori di biologico mentre la superficie biologica coltivata, in conversione o interamente convertita, si è ridotta nel 2008 a poco piu' di un milione di ettari rispetto a quasi 1,3 milioni di ettari (oltre la metà in Andalusia) raggiunti dalla Spagna. Tutto ciò a fronte di un boom dei consumi che rischia di essere soddisfatto con un aumento delle importazioni se non intervengono nuovi strumenti in grado di dare competitività alle imprese agricole biologiche italiane.

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