Dal caro bollette che strozza le imprese costrette a lavorare in perdita alla minaccia del nutriscore, la famigerata etichettatura a semaforo che rischia di penalizzare i prodotti simbolo della Dieta Mediterranea e della salute ma di premiare i prodotti industriali light, dal cibo sintetico “coltivato” in laboratorio fino alle cinque priorità per il nuovo Governo a cui i giovani agricoltori chiedono di fare presto perché la drammatica situazione che il Paese sta vivendo colpisce direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale senza precedenti.
Centinaia di giovani agricoltori toscani si sono uniti ai migliaia di colleghi arrivati da tutta Italia per la clamorosa protesta in Piazza Cannone nel Parco Sempione di Milano in occasione dell’apertura della tre giorni del Villaggio Coldiretti al Castello Sforzesco che si è aperta venerdì 30 ottobre e che proseguirà fino a domani, domenica 2 ottobre. Oltre mille gli agricoltori mobilitati da tutte le province toscane per l’evento nell’arco della tre giorni. “Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito. L’aumento dei costi insostenibile – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana - minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale a livello nazionale. Ma siamo qui anche per mettere in guardia i consumatori dai gravi pericoli che circolano, ribadire la centralità del nostro agroalimentare e delle nostre eccellenze per l’occupazione, l’economia, l’ambiente e riaccendere la speranza per il futuro”.
I giovani della Coldiretti hanno indossato i propri indumenti e strumenti di lavoro, dalla tuta e gli stivali di chi accudisce gli animali nelle stalle alle reti dei pescatori, fino alle tute degli apicoltori, accompagnati dall’asinella Terra, divenuta il simbolo della protesta. Sui cartelli dei manifestanti che hanno agitato per tutta la mattina la sintesi delle loro preoccupazioni: “Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”. Molti hanno portato le proprie produzioni messe a rischio dai rincari energetici (la Piattella pisana, il fagiolo zolfino ed il fico di Carmignano tra i prodotti toscani), che non risparmiano dunque neppure la parte più avanzata del settore agricolo, diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nell’ultimo anno sono nate in media 17 nuove imprese giovani al giorno, secondo l’analisi Coldiretti-Divulga.
Per Coldiretti Toscana anche nell’alimentare, così come sta facendo per il gas, il nostro Paese deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle per non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari sono riuscite a difendere per il bene del Paese. ”Per ridurre la dipendenza alimentare ed energetica dall’estero e assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo l’Italia – spiega Filippi - non può fare a meno del Pnrr, dove serve il massimo impegno di tutti per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile. Fondamentale in questo senso sarà sfruttare i bandi a partire da quelli già pubblicati, dalle filiere al fotovoltaico che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti delle stalle e cascine senza consumo di suolo, fino a quello della logistica per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti nel nostro Paese, ma anche con il resto del mondo, superando il gap che ci separa dagli altri mercati”.
Coldiretti Toscana ha infine ricordato le priorità per il mondo agricolo che riguardano da vicino la nostra regione in coerenza con l’impegno che i rappresentati si sono presi alla vigilia delle elezioni firmato il documento con le 5 priorità. Le più sentite, in Toscana, sono sicuramente l’emergenza ungulati per cui Coldiretti chiederà al prossimo Governo un decreto di legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992, ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette e l’attuazione del piano invasi per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici che hanno danneggiato, compromesso o ridotto il 30% della produzione agricola regionale.