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23 Febbraio 2009
CACCIA, AGRITURISMO E FILIERA CORTA: LE PROSSIME AZIONI

Dopo Santa Croce, Palazzo degli Affari: dalla piazza al meeting per fare il punto della situazione e proseguire dritti verso la meta, il suo progetto declinato in chiave regionale: la costruzione di una filiera tutta agricola, firmata e toscana.
Coldiretti dunque non si ferma né si accontenta dei numerosi obiettivi centrati in questi ultimi mesi, da quando, con la dichiarazione della mobilitazione e, ancor di più, dopo aver preso d’assedio Firenze, con uomini e trattori, è riuscita a riportare l’agricoltura in primo piano.
"La grande manifestazione del 27 novembre ha contribuito a restituire centralità al settore, anche nell’agenda degli amministratori, non solo, come accade ormai da tempo, all’interno della società, tra i cittadini che si affidano alle imprese agricole per avere prodotti e servizi di qualità, rispettosi della salute e dell’ambiente. La pacifica marcia sul capoluogo toscano è tornata a far pesare un comparto a cui la Regione aveva gradualmente sottratto attenzione", commenta il presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli, davanti alla platea. E aggiunge: "Non è un caso se, negli ultimi tre mesi, si sono sbloccate questione aperte da anni. Come la modifica della legge urbanistica, che, con le sue disposizioni, contribuiva a frenare gli investimenti delle imprese agricole".
La riunione odierna, con la chiamata a raccolta tutta la struttura, con cui Coldiretti opera sul territorio regionale, è un altro passo avanti sulla strada della mobilitazione: serve a mettere a fuoco i prossimi obiettivi da raggiungere, obiettivi ritenuti strategici per il futuro dell’agricoltura toscana.
"Al primo punto c’è l’emergenza ungulati – dice il Presidente -. Dopo il flop della conferenza sulla caccia, la mancata sottoscrizione delle linee di indirizzo individuate dalla Regione e gli impegni assunti dal Presidente Claudio Martini, vogliamo che si passi dalle parole ai fatti. Il timore è che, una volta abbassati i riflettori, si perda di vista la gravità della situazione e, di conseguenza, gli interventi subiscano un rallentamento. Il numero esorbitante dei selvatici è e resta una delle priorità da risolvere per assicurare un futuro alla nostra agricoltura. Noi lo ribadiremo nei prossimi giorni, attraverso una serie di incontri sul territorio. Solleciteremo i Prefetti e i rappresentanti delle istituzioni locali a intervenire sul governatore toscano per sollecitare azioni concrete, drastiche e immediate, che si possono avere solo azionando le leve normative".
Altro tema scottante, inserito da Coldiretti nella hit delle urgenze per il futuro delle imprese è la modifica della legge 30/03 che regola l’attività agrituristica: "una norma recente, ma ampiamente superata, sia dall’evoluzione del quadro normativo nazionale, sia dalle nuove esigenze espresse dal mercato. La Regione, da anni, tiene in stand by l’operazione. Peggio ancora: ci giunge notizia che gli uffici si siano già messi al lavoro, senza neppure interpellarci. L’impressione è che ancora una volta la Regione abbia scelto di procedere con il vecchio metodo, facendo elaborare idee e progetti ai tecnici, nelle stanze del Palazzo, senza alcun indirizzo politico, senza alcun riscontro oggettivo con i bisogni delle imprese e del settore, senza alcuna reale concertazione con le rappresentanze. E’ un vecchio modo di procedere contro cui abbiamo protestato con forza il 27 novembre e contro cui siamo pronti a mettere in piedi nuove azioni eclatanti".
Terzo hot point evidenziato da Coldiretti è la necessità di definire un quadro normativo a favore della filiera corta e della valorizzazione del vero made in Tuscany.
"Anche in questo caso i proclami non mancano – dice Marcelli -, ma l’iter si annuncia lungo e tutto in salita: non siamo disposti ad attendere tempi geologici per mettere a disposizione delle aziende agricole gli strumenti necessari per lavorare e rimanere sul mercato. Da quando abbiamo presentato la nostra proposta di legge di iniziativa popolare sono passati anni, un periodo interminabile che ha deluso le attese degli imprenditori e dei 30 mila firmatari. Adesso vogliamo dalla Regione impegni precisi ma anche il cronoprogramma che intende seguire per raggiungere velocemente l’obiettivo".
Coldiretti Toscana insomma non abbassa la guardia, anzi, alza il tiro e punta in alto sui primi tre bersagli, che intende centrare al più presto, senza escludere ancora una volta la possibilità di ricorrere all’arma del conflitto e della protesta.

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