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27 Marzo 2009
CACCIA: LA MODIFICA DELLA LEGGE NON E’ SUFFICIENTE

Il divieto di foraggiamento dei cinghiali è un primo, ma insufficiente passo per risolvere l’emergenza selvatici e predatori. In occasione della presentazione della Proposta di legge n. 327 “Modifiche alla legge regionale 12 gennaio 1994 n. 3. Recepimento della legge 11 febbraio 1992 n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, Coldiretti Toscana torna alla carica e chiede ancora una volta alla Regione di affrontare la questione con misure straordinarie. Esattamente come aveva fatto il 27 novembre scorso portando 50 mila imprenditori e 1000 trattori in piazza a Firenze e, più tardi, disertando, per protesta, la conferenza regionale sulla caccia di Arezzo. “I tristi primati europei conquistati dalla Toscana per la densità di ungulati e predatori sono il frutto di una gestione fallimentare: Regione e Province non hanno esercitato le funzioni di controllo di loro competenza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: le popolazioni sono cresciute in modo esponenziale, fino a compromettere la sopravvivenza delle imprese agricole e la salute stessa dei cittadini. E’ evidente che la situazione ha ormai le caratteristiche dell’emergenza e va quindi affrontata con strumenti eccezionali, anche se questi non ottengono il consenso generale”, dice il Direttore di Coldiretti Toscana Prisco Lucio Sorbo, illustrando i contenuti delle osservazioni avanzate dall’organizzazione agricola. “La proposta di legge presentata dalla Giunta regionale introduce il divieto di foraggiamento dei cinghiali: lo consideriamo un primo passo, che resta però insufficiente. Per uscire dall’emergenza - aggiunge e precisa Sorbo - diventa indispensabile azionare con decisione la leva degli strumenti normativi, rivendendo le legge regionale ed i regolamenti, per dare alle Province tutti gli strumenti per contenere gli ungulati ed i predatori con azioni tempestive ed efficaci in tutto il territorio, ivi comprese la aree a divieto di caccia. Tutto questo nel rispetto di obiettivi individuati dalla Regione secondo criteri di sostenibilità ambientale. Inoltre occorre prevedere un potere sostitutivo della Regione nei casi in cui le Province non attivino i necessari interventi di contenimento delle fauna in eccesso, valutando la possibilità di istituire un’apposita Autority con poteri straordinari. Solo così si potrà arrivare ad un drastico e rapido controllo degli ungulati e dei predatori,  premessa fondamentale per poter passare poi ad impostare corrette politiche di gestione e programmazione faunistica”, conclude Sorbo.

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