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25 Novembre 2009
CACCIA: UN SILENZIO CHE PREOCCUPA

Il silenzio, calato improvvisamente sul percorso di modifica degli strumenti normativi che, in Toscana, regolano l’attività venatoria, è preoccupante. Almeno per le imprese agricole, costrette quotidianamente a fare i conti con i danni causati dall’esubero dei selvatici. A lanciare di nuovo l’allarme è Coldiretti Toscana, che sollecita la Regione a dare un’accelerazione all’iter. “Dopo la consultazione dello scorso 9 novembre – spiega infatti il direttore Roberto Maddè – la commissione agricoltura, competente in materia, non ha ancora messo in calendario la discussione delle due proposte di legge di revisione delle norme regionali in materia di caccia. Questo ritardo è ingiustificabile e fa salire la tensione tra gli agricoltori, che vedono raccolti e produzioni devastati dagli assalti degli ungulati. Chiediamo agli amministratori toscani celerità e decisione”. “L’insopportabile densità raggiunta da cinghiali & C. e il gravissimo squilibrio faunistico che si è venuto a creare in Toscana sono la dimostrazione evidente del clamoroso fallimento della legge regionale n. 3 del 1994”, precisa il presidente Tulio Marcelli, che ha voluto partecipare personalmente alla consultazione di inizio novembre, per rappresentare l’eccezionalità del problema generato dall’esubero dei selvatici e da uno strumento normativo inefficace e inadeguato. “I selvatici hanno raggiunto numeri tali da rappresentare una minaccia non solo per le aziende agricole, ma per le stesse comunità locali e per la sopravvivenza dell’intero ecosistema, come Coldiretti ha denunciato un anno fa, scendendo in piazza per sollecitare l’adozione di misure adeguate”, aggiunge ancora Marcelli. “Non possiamo far slittare oltre la modifica delle norme. Tanto più che le novità introdotte, adesso, cominceranno a dare qualche frutto al termine della prossima stagione venatoria. Vale a dire che le aziende agricole potranno trarre da esse qualche beneficio solo nel 2011. Non solo. Insieme ai nuovi strumenti normativi – ribadisce il presidente – diventa indispensabile anche l’adozione di un intervento straordinario per riportare la situazione alla normalità e il numero degli ungulati sotto controllo. Solo successivamente si potrà agire con strumenti ordinari, per assicurare il mantenimento dell’equilibrio”. Se la fauna selvatica rappresenta un’autentica emergenza per le imprese toscane, anche i predatori, ormai un incubo per gli allevatori della regione, sono fuori controllo e richiedono interventi urgenti e irrinunciabili. “Gli assalti alle greggi si moltiplicano e stanno mettendo a dura prova l’intero comparto. La situazione è ormai insostenibile: lupi e cani inselvatichiti minacciano la sopravvivenza di molte aziende toscane e colpiscono un settore che, come dimostrano i dati, dà segni evidenti di difficoltà e crisi”, conclude Marcelli, invitando il presidente Martini ad assumere decisioni rapide e radicali sia sugli ungulati che sui predatori.

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