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11 Giugno 2008
“CASO BRUNELLO”: SCONGIURIAMO IL RISCHIO BLOCCO IMPORTAZIONI NEGLI STATI UNITI

Le dimissioni di Francesco Marone Cinzano dalla carica di presidente del Consorzio di tutela del Brunello; l’autosospensione di Luca Gattavecchi a capo del Consorzio del Nobile di Montepulciano; il timore che gli Usa voltino la faccia ad alcuni prodotti simbolo dell’enologia toscana e italiana creano una condizione di forte preoccupazione tra i produttori e molte perplessità fra i consumatori. “Ci sono le condizioni per superare l'attuale fase di incertezza con trasparenza e restituire tranquillità agli operatori e ai consumatori per evitare danni di immagine a un settore che svolge una funzione da traino per l'intero Made in Italy in Italia e all'estero”, dice Coldiretti Toscana, riferendosi alla possibilità di scongiurare il rischio che le Autorità doganali, su richiesta dell’US Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau (Attb), blocchi le importazioni di Brunello negli Usa. Un pericolo gravissimo per il pregiato Brunello che, ogni anno, vanta un giro d'affari di oltre 120 milioni di euro e sette milioni di bottiglie vendute per il 62 per cento all'estero. In particolare sul mercato americano. “Il 25 per cento della produzione totale di Brunello è assorbita dagli Stati Uniti – ricorda Coldiretti -, i maggiori importatori. A cui seguono altri paesi che dimostrano di apprezzare il vino prodotto a Montalcino. Nella graduatoria seguono la Germania (che assorbe il 9 per cento della produzione), la Svizzera (con il  7 per cento), il Canada (che acquista il 5 per cento), l'Inghilterra e il Giappone (a pari merito a quota 3 per cento). Gli Usa sono il principale riferimento del vino italiano: nonostante il tasso di cambio sfavorevole è made in Italy il 30 per cento delle bottiglie straniere consumate in un anno. Un record per il nostro paese – spiega ancora Coldiretti Toscana – che batte Australia, Argentina e addirittura la Francia. In America si beve soprattutto toscano, ovvero circa la metà (45 per cento) dei vini rossi Doc/Docg della  destinati all'estero. E a guidare la classifica sono il Chianti, il Nobile di Montepulciano e il Brunello di Montalcino”  
 

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