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29 Marzo 2023
CDM: 35 MILA FIRME E 100 COMUNI PER STOP AL CIBO SINTETICO, TOSCANA IN PRIMA LINEA

Le 35 mila firme raccolte in Toscana insieme al sostegno di 100 amministrazioni comunali hanno contribuito in maniera determinante all’approvazione del disegno di legge che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di cibo sintetico nel nostro paese. I giovani agricoltori toscani di Coldiretti erano in prima linea al flash mob davanti a Palazzo Chigi per festeggiare l’approvazione del testo proposto dal Ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dalla premier Giorgia Meloni che, basandosi sul principio di precauzione, chiude di fatto le porte al cibo sintetico e alle multinazionali che vorrebbero produrre carne da cellule staminali, latte, pesce e persino mangimi artificiali sostituendo gli agricoltori con bioreattori. La Toscana ha reagito alla prospettiva di ritrovarsi bistecche in vitro sul piatto incassando il convinto appoggio delle istituzioni, a partire dal Governatore, Eugenio Giani e della vice presidente, Stefania Saccardi, dal presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo e dal primo firmatario della mozione Marco Niccolai approvata all’unanimità dal consiglio al fianco di cento comuni della nostra regione così come dai parlamentari eletti nel collegio toscano, presidenti di associazioni di categoria, l’Anci, le organizzazioni del mondo delle imprese e  numerosi vescovi.

“E’ un traguardo storico per gli agricoltori e per i consumatori. L’Italia è il primo paese a livello mondiale ad aver vietato la produzione e la vendita di cibo sintetico. spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – La Toscana, per raggiungere questo obiettivo, ha fatto la sua parte raccogliendo 35 firme in poche settimane insieme al sostegno del consiglio regionale e di tantissime amministrazioni comunali, sindaci, assessori, parlamentari, imprenditori. Il cibo in provetta è un mondo che non vogliamo, che mette a rischio la salute, e che questo disegno di legge allontana dal nostro paese e dal nostro Made in Tuscany”.

La legge contro carne, latte, formaggi, pesce e mangimi in provetta da parte del Governo è stata sostenuta da una grande mobilitazione popolare che in tutto il Paese ha visto la raccolta di mezzo milione di firme da parte anche dei giovani e delle donne della Coldiretti insieme a Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia. Tra i primi a firmare ci sono la premier Giorgia Meloni nella sua prima uscita pubblica dopo le elezioni ed il Ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ma anche altri Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei, Governatori, Sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e numerosi Vescovi.

La minaccia del cibo sintetico bussa alle porte dell’Europa. Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione anche nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia Coldiretti Toscana - potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti piu’ presenti nella dieta. “Le bugie sul cibo in provetta – conclude il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi - confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.

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