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27 Maggio 2022
CINGHIALI: COLDIRETTI TOSCANA, SONO 500 MILA (+15%), ESERCITO PER FERMARE INVASIONE

“Subito abbattimenti”: Coldiretti torna ad invocare un piano straordinario per ridurre la popolazione dei cinghiali che, dopo l’emergenza Covid che ha ridotto la presenza dell’uomo all’aperto, sono diventati 500 mila.  Il 15% in più. Cinghiali che, rappresentano una un pericolo per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa. E’ quanto afferma Coldiretti Toscana in occasione del blitz degli agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza SS. Apostoli a Roma a cui ha partecipato una numerosa delegazione di imprese toscane partite da tutte le province della regione. In Piazza per la protesta, per narrare una situazione fuori controllo, ci sono le sagome di un branco di cinghiali a grandezza naturale per dimostrare concretamente cosa significa trovarseli di fronte in strada, nei campi o davanti alla propria abitazione ed il salone dei prodotti tipici Made in Italy che rischiano di scomparire a causa della peste suina che colpisce i maiali ma non l’uomo. “E’ il problema principale nelle nostre campagne che va affrontato una volta per tutte. – ha ribadito il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi - La presenza della fauna selvatica favorisce l’abbandono delle nostre campagne, crea danni incalcolabili alle produzioni e minacciano la sicurezza. Chiediamo un piano di eradicazione serio per toglierlo dalle aree dove non devono stare. Usiamo l’esercito se necessario per riportare la situazione alla normalità”.

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I branchi dei cinghiali – sottolinea Coldiretti Toscana – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè - pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%) considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps. Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.

Il 69% degli italiani ritiene che i cinghiali siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.

Alla domanda su chi debba risolvere il problema, oltre le metà degli italiani (53%) è dell’opinione che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni. In tale scenario anche l’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e ridurne del numero di capi per limitare il rischio di diffusione della peste suina africana (psa) che colpisce gli animali ma non l’uomo.

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