8 toscani su 10 sono molto preoccupati degli effetti dei cambiamenti climatici in una regione dove l’89% dei comuni si trova in aree a pericolosità frana ed idraulica e 265 mila edifici sono localizzati in zone allegabili. E’ quanto emerge da un sondaggio online condotto da Coldiretti Toscana secondo cui l’80% di coloro che ha risposto al quesito afferma di essere “molto” preoccupata del “climate change”, c’è un altro 10% che è “poco” preoccupato. C’è infine un altro 10% che non pensa agli effetti del clima sul nostro presente e sul nostro futuro.
Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che – sottolinea Coldiretti Toscana – ha provocato, nel solo 2022, già 19 eventi estremi tra bombe d’acqua, nubifragi, tempeste di vento, trombe d’aria e grandinate che si sono abbattuti su un territorio reso più fragile dall’abbandono e dalla cementificazione che hanno ridotto la capacità di assorbimento della pioggia e messo a rischio l’ambiente e la sicurezza dei cittadini con frane ed alluvioni. Secondo il rapporto dell’Ispra oltre mezzo milione di famiglie toscane, quasi 1 su tre, abitano in aree a pericolosità frane ed alluvione molto elevata, elevata e media.
A questa situazione non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per questo – continua Coldiretti Toscana – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. In Toscana dal 2006 al 2022 gli ettari di terra naturale urbanizzati, occupati da case, capannoni ed altre strutture sono stati 4.210 ad una velocità di 263 ettari all’anno. “Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, il nostro Paese deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare che crei le condizioni perché l’Italia diventi autosufficiente nella produzione di cibo. Occorre - conclude Coldiretti Toscana - accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.