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3 Ottobre 2008
COLDIRETTI DICHIARA “GUERRA” ALLA REGIONE TOSCANA

GLI AGRICOLTORI APRONO  IL CONFLITTO E SCENDONO IN PIAZZA
 
Una grande e imponente mobilitazione contro scelte che rischiano di affossare un’agricoltura di qualità, che vanta prodotti apprezzati in tutto il mondo dove rappresenta l'immagine del Made in Italy. E’ stata deliberata dal Consiglio di Coldiretti: l’organizzazione agricola, infatti, dopo gli innumerevoli e vani tentativi di attivare un confronto politico, utile e costruttivo, con le istituzioni toscane, ha scelto la strada del conflitto.
 
Da oggi, Coldiretti interrompe il confronto politico con le istituzioni, che, così come è impostato, risulta essere uno strumento privo di valore propositivo e decisionale e avvia una mobilitazione che culminerà in una  manifestazione di piazza, senza precedenti in Toscana.
 
“Nella nostra società, l’agricoltura ha riconquistato un ruolo centrale, per le importanti risposte che sa dare a livello economico, di sicurezza alimentare e  di tutela ambientale. Ma  in Toscana questo ruolo non le viene riconosciuto, se non a parole. Anzi. Le amministrazioni pubbliche non riescono a garantire alle imprese le condizioni minime per operare e per sviluppare potenzialità che, sovente, finiscono per rimanere inespresse”, spiega l’organizzazione sindacale, al termine della partecipata riunione, che si è conclusa con la decisione di scendere in piazza.
 
“Il nostro settore – aggiunge Coldiretti - viene continuamente mortificato dall’adozione di leggi e regolamenti, che creano forti svantaggi competitivi, senza, per contro, valorizzare quel legame con il territorio, che rappresenta la forza delle nostre produzioni e un momento economico fondamentale per i nostri produttori; da politiche che premiano più i marchi, che l’origine;  da norme capaci solo di vincolare l’attività e di frenare gli investimenti; da operazioni di facciata; da impegni assunti e puntualmente disattesi; da un Piano di Sviluppo Rurale, deludente sia nella stesura che nell’applicazione. Tutto questo crea una situazione che non è più sostenibile e che sta generando un forte clima di tensione nelle aziende toscane”.
 
E’ arrivato, insomma, il momento di avere risposte chiare e concrete, amministrazioni capaci di recepire i bisogni delle imprese, di assumere decisioni volte a favorire lo sviluppo e la crescita dell’economia agricola, di riconoscere il vero ruolo delle rappresentanze.

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