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18 Gennaio 2012
Coldiretti e Federcaccia Toscana alleate per un corretta gestione del territorio e degli equilibri faunistici


Per dare concretezza  agli obiettivi della nuova norma regionale in materia di gestione faunistica e venatoria è indispensabile fornire alle Province indirizzi precisi con l’emanazione  e l’attuazione del PRAF precisano di comune accordo Coldiretti e Federcaccia della Toscana  alla vigilia della approvazione del piano da parte della Regione Toscana.

“La legge d’altronde – ricordano le organizzazioni - finalizza la pianificazione faunistico venatoria al conseguimento dell’obiettivo del mantenimento della biodiversità , che significa  raggiungere le densità ottimali delle specie selvatiche,  per la  loro conservazione, la coesistenza con le altre specie ma anche con l’uomo  e le sue attività”, ribadiscono  segnalando  ancora una volta un’urgenza: “la gestione degli ungulati, la cui espansione rischia di pregiudicare gravemente, se non ricondotta e mantenuta a consistenze sostenibili, le attività produttive agricole, gli habitat naturali, la presenza delle altre specie (a cominciare dalla piccola selvaggina),   oltre a mettere a repentaglio la sicurezza della persone, come dimostra il numero tutto in crescita degli incidenti stradali causati dagli animali selvatici”.

“Essenziale – sottolineano Coldiretti e Federcaccia – è che il patrimonio faunistico venatorio sia gestito  secondo questi criteri sull’intero territorio regionale, senza escludere le aree a divieto di caccia: in caso diverso l’impegno e gli sforzi risulterebbero vani”.

Intesa piena anche su un altro punto: la corretta definizione delle aree vocate e di quelle non vocate alla presenza di ungulati – ed al conseguente rispetto dei piani di abbattimento – che deve essere accompagnata dalla messa  a punto di meccanismi per garantire  interventi tempestivi nel momento in cui si registrino danni.

“E’ indispensabile riuscire a mantenerne l’equilibrio e a garantire la compatibilità della fauna selvatica con le altre risorse presenti sul territorio - l’agricoltura, la silvicoltura, la ricchezza della biodiversità”,  affermano Coldiretti e Federcaccia , che evidenziano un altro problema: accanto a cinghiali, caprioli, daini e cervi, infatti, è emblematico il caso dello storno, da reinserire immediatamente nell’elenco delle specie cacciabili.

“Con l’approvazione del PRAF, il quadro degli strumenti per una corretta gestione della fauna selvatica sarà completo e la sua attuazione potrà dare i risultati sperati”, concludono Coldiretti e Federcaccia , che, dati alla mano, si dichiarano pronti ad eventuali verifiche e correzioni della strategia per riportare entro livelli tollerabili il numero dei selvatici che popolano il territorio toscano.

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