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25 Novembre 2014
Contratti di fiume per otto corsi d’acqua: illustrato il progetto dell’Urbat

Otto corsi d’acqua da gestire a breve, in Toscana, attraverso lo strumento dei Contratti di Fiume: il progetto è stato illustrato nel corso del convegno “I Contratti di Fiume per la sicurezza idraulica della Toscana” organizzato dall’Urbat in collaborazione con il Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume e con l’Accademia dei Georgofili. I corsi d’acqua in questione sono:Carrione, Canale Maestro della Chiana, Pesa, Ombrone Pistoiese, Egola, Cornia, Albegna e Ombrone Grossetano e vanno ad aggiungersi ai due fiumi (Serchio e Arno) già interessati da questo strumento. L’iniziativa di stamani, ospitata dall’Accademia dei Georgofili, è stata organizzata dopo l’IX Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume che si è svolto a Venezia lo scorso 18 e 19 novembre.
“Il nostro Paese ha iniziato, anche nell’ambito della sicurezza idrogeologica, una nuova stagione – ha detto il capo unità di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico Erasmo D’Angelis – e il primo test, positivo, sono stati i circa 300 cantieri che abbiamo sbloccato e aperto in questi mesi grazie anche alla nomina dei presidenti di Regione come commissari di governo contro il dissesto. I Consorzi di Bonifica sono enti operativi all’interno di questo sistema che prevede una nuova filiera delle responsabilità, con compiti più chiari e precisi. Con il Piano nazionale di prevenzione ci aspettano 6 anni di cantieri, circa 7000 in tutta Italia, per 9 miliardi di euro con l’obiettivo di mettere in sicurezza il territorio e difenderci da frane e alluvioni”.
il direttore generale Anbi Massimo Gargano, il coordinatore del tavolo nazionale contratti di fiume Massimo Bastiani, il presidente Urbat Marco Bottino, il capo unità di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico Erasmo D’Angelis, Paolo Pacini capo segreteria del sottosegretario all’ambiente Silvia Velo
“Non è più possibile continuare a gestire separatamente ambiente, sicurezza, agricoltura e sviluppo – ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori - ma occorre farsi carico del territorio in modo globale e unitario, cercando di coniugare la massima trasparenza nelle procedure a spazi concreti per intervenire e per essere operativi. Dobbiamo pensare a come sciogliere il nodo delle polizze assicurative legate ai disastri e a come tornare a lavorare nei boschi, perché solo una corretta manutenzione dell’ambiente boschivo può evitare disastri a valle”.
“L’Italia è l’unico paese oggi in Europa a non avere ancora istituito le assicurazioni obbligatorie contro il rischio idrogeologico – ha detto Giampiero Maracchi, presidente dell’Accademia dei Georgofili, riprendendo il concetto espresso dall’assessore Salvadori -. Sarebbe un sistema certamente efficace per reperire le risorse finanziarie necessarie al ripristino della sicurezza del territorio senza gravare eccessivamente nelle tasche dei contribuenti. Dal punto di vista climatologico, siamo ormai consapevoli che episodi di precipitazioni molto intense e veloci saranno sempre più frequenti. Occorre dunque organizzarsi operativamente per fronteggiare in anticipo queste evenienze”.
“Il Contratto di Fiume – ha spiegato Massimo Bastiani, Coordinatore del Tavolo Nazionale Contratti di Fiume – è uno strumento di carattere volontario, che non va ad aumentare il numero dei vincoli o degli enti incaricati di intervenire sui corsi d’acqua. Si tratta di un tavolo di concertazione strategica che chiama gli enti esistenti e gli stessi cittadini a un nuovo livello di responsabilità, e che sta trovando un riconoscimento nazionale nell’emendamento al Testo Unico Ambientale approvato alla Camera e in discussione al Senato”.
“Con il Contratto di Fiume – ha spiegato Marco Bottino, presidente dell’Urbat – enti, comitati, associazioni, cittadini e ‘stakeholders’ interessati, a vario titolo, a un corso d’acqua, siedono a un tavolo comune per discutere interventi e provvedimenti. L’obbiettivo è dare inizio ai lavori in modo concordato, evitando, ad esempio, il continuo verificarsi di ricorsi e contestazioni che spesso frenano il procedere di lavori già decisi e finanziati”.

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