Con la riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) è in gioco il primato del Made in Tuscany con 92 prodotti riconosciuti, tra vini (58) e cibo (34) che sviluppano da sola un valore della produzione di 1,2 miliardi di euro (su 16,6 miliardi complessivi) che vale il 27% dell’intero fatturato dell’industria alimentare regionale con il contributo di 13 mila operatori e 32 consorzi di tutela. Sono alcuni dei principali numeri illustrati da Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana in occasione del webinair dal titolo “La riforma del sistema delle indicazioni geografiche” in riferimento la proposta di regolamento della Commissione europea che modifica il sistema delle indicazioni geografiche (IG), in particolare i Regolamenti 1308/2013 (IG vino) e 2019/787 (IG liquori) e di abrogazione del Reg. 1151/2012 (DOP/IGP/STG), che passerà ora all’esame del Parlamento europeo con l’importante ruolo di relatore dell’italiano Paolo De Castro.
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Al webinair moderato dal Direttore regionale Angelo Corsetti, a cui sono stati invitati a prendere parte tutti i consorzi di tutela toscani, hanno partecipato in qualità di relatori Felice Adinolfi (Direttore Centro Studi Divulga), Paolo Di Stefano (Coldiretti Bruxelles), Mauro Rosati (Direttore OriGin Italia), Gennaro Giliberti (Dirigente Assessorato Agricoltura Regione Toscana), Nicola Bertinelli (Presidente Consorzio Parmigiano Reggiano e vice presidente Coldiretti Nazionale), Paolo De Castro (Eurodeputato). “Le nostre IGP e DOP – ha spiegato Fabrizio Filippi, nella doppia veste di Presidente di Coldiretti Toscana e di Presidente del Consorzio di Tutela dell’olio Toscano IGP – sono i veri grandi brand del nostro agroalimentare, il punto di forza del nostro sistema agroalimentare regionale e nazionale. Le denominazioni uniscono due elementi fondamentali: la qualità e l’origine. La riforma del regolamento è una battaglia fondamentale da cui i Consorzi di Tutela devono uscire ulteriormente rafforzati così come auspichiamo siano potenziati gli strumenti di protezione nei confronti dell’italian sounding che vale 120 miliardi di euro a livello globale e le tempistiche per le modifiche dei disciplinari che sono inaccettabili. Il dibattito sulla riforma entra in una fase importante ed è per questo che Coldiretti Toscana ha voluto condividere ed approfondire le opportunità che potranno derivarne insieme anche alle insidie che potrebbero annidarsi lungo il percorso. Da qui il nostro impegno che ci deve vedere impegnati tutti insieme nel consegnare al sistema, attraverso il lavoro dei nostri rappresentanti a Bruxelles, migliore di quello attuale”.
Tra gli elementi positivi – sottolinea Coldiretti Toscana – va segnalata la semplificazione delle procedure di registrazione: infatti, le diverse norme tecniche e procedurali attualmente vigenti sulle IG “saranno fuse” dando luogo a un’unica procedura di registrazione per i richiedenti UE e non UE, che dovrebbe abbreviare i tempi tra la domanda e la registrazione e quindi essere più attrattivo per i produttori. Inoltre – continua Coldiretti Toscana – si aumenta la tutela delle IG, in particolare si rafforza il controllo sulle merci vendute dalle piattaforme online e contro l’uso in malafede, anche attraverso il sistema dei nomi di dominio internet. In tal senso – precisa Coldiretti Toscana – si riconosce ai “gruppi di produttori riconosciuti” di poter far rispettare e sviluppare le loro IG, in particolare avendo accesso alle autorità anti-contraffazione e alle dogane di tutti gli Stati membri e di poter impedire a tutti i terzi l’introduzione di merci nell’UE che violano le norme sulle IG.
La proposta presenta al contempo aspetti delicati, che imporranno la massima attenzione in fase di attuazione e che sono stati al centro degli interventi dei relatori. Sul piano delle competenze – riferisce Coldiretti Toscana – nel documento licenziato dalla Commissione gli Stati membri rimangono responsabili dell’applicazione a livello nazionale mentre alla Commissione spettano i compiti di registrazione, modifica e cancellazione delle IG, con il supporto tecnico dell’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (Euipo). Poiché la Commissione si riserva di delegare alcuni aspetti della gestione delle IG all’EUIPO, occorre vigilare – precisa Coldiretti Toscana – affinché la valutazione e la gestione delle IG continui ad essere eseguita dai responsabili esperti della Commissione, evitando il passaggio ad Agenzie o Uffici esterni che non possono garantire lo stesso livello di competenza e responsabilità.
Per Paolo Di Stefano di Coldiretti Bruxelles, che ha ricordato come si tratti di una delle principali riforme legislative in discussione, il “dossier ha un’importanza strategica per il nostro paese, e per la Toscana in particolare. Il lavoro che ci aspetta non è semplice. La sfida è quella di utilizzare il sistema IG come bandiera di italianità, ma anche di sostenibilità, qualità e fiducia. Le proposte che avanzeremo sono quelle di migliorare il sistema IG facendo emergere ancora di più legame tra qualità, territorio e sostenibilità”. Legame che ha rimarcato il direttore del Centro Studi Divulga, Stefano Adinolfi si traduce in una costante e significativa crescita con il 50% in più di valore alla produzione, il raddoppio delle superfici ed un valore delle esportazioni del 180% in più”.
Molte le perplessità evidenziate da Mauro Rosati, Direttore di OriGin Italia secondo cui la “riforma non ha una visione del futuro. Il contesto politico ed amministrativo in cui nasce questa riforma è quello che ci ha regalato un dibattito pesante sul Nutriscore, sul Prosek, sull’aceto sloveno, i tagli sulla promozione IG e limitazioni sulla promozione del vino e dei prodotti a base carne ma anche in un quadro in cui avanzano i temi animal free della carne sintetica e del formaggio senza latte. L’Unione Europea sbaglia quando pensa alle Dop e alle IGP come solo un sistema di certificazione e protezione. E’ molto di più. La produzione IG vale il 15% del totale delle esportazioni UE. E’ inoltre necessario stabilire procedure amministrative certe e con termini perentori prestabiliti per continuare a garantire sviluppo sistema IG”.
Per Gennaro Giliberti, dirigente della Regione Toscana “la regione ha accolto con interesse l’obiettivo di rafforzare il quadro legislativo IG ma ci sono temi che non ci lasciano tranquilli come la gestione del sistema stesso con l’esternalizzazione all’agenzia EUIPO. Le procedure amministrative – ha ricordato - oggi hanno tempi imbarazzanti”.
Per Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano “le IG sono molto di più di una brand. Sono strumenti di sviluppo rurale e collettivo del territorio. L’impressione è che siamo di fronte ad una riforma più di manutenzione che si concentra sulla protezione del marchio attraverso una delega esterna”. A concludere il webinair è stato il relatore Paolo De Castro che ha sottolineato come la riforma “sia una opportunità per rafforzare il sistema IG insieme ai paesi più interessati” che sono quelli del Mediterraneo. “E’ un dossier difficile – ha spiegato - perché interessa cinque-sei paesi tra cui Francia, Spagna, Portogallo e Grecia con cui dovremo fare squadra per trovare un equilibrio e costruire alleanze. C’è un lavoro da fare che passa da un grande sforzo negoziale che è alla base della nostra attività a Bruxelles. L’obiettivo è concludere l’iter entro la fine della presidenza spagnola tra novembre e dicembre 2023”.