47 Views

6 Agosto 2010
Dopo la mozzarella blu, il latte azzurro!

Dopo la mozzarella blu, il latte azzurro: scandalo dei prodotti “italiani” che cambiano continua e investe anche la Toscana. Il caso registrato a Piombino torna a far esplodere un leit motiv su cui Coldiretti lavora da anni: la necessità di rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine degli alimenti, unico strumento per mettere definitivamente al bando le “schifezze” spacciate per made in Italy. All’indomani della notizia del nuovo episodio che  getta ombre sull’agroalimentare nazionale, l’organizzazione agricola  rilancia il tema della “italianità” solo di facciata. “Il latte a lunga conservazione che, dopo due giorni in frigorifero, ha cambiato colore, è prodotto dalla Candia Italia Spa, un’azienda italiana, con sede a Milano, in via Conservatorio, nel cuore della città. Questo  è quanto risulta dal registro delle imprese,  tenuto presso l’archivio ufficiale  delle Camere di Commercio. Ma andando più a fondo, si scopre che il consiglio di amministratore è composto da persone che vivono in Francia. Insomma con pochi legami oggettivi con il nostro paese”, dice il direttore di Coldiretti Toscana Roberto Maddè e aggiunge: “Il problema? Sta nelle norme. O meglio nell’assenza di un quadro normativo adeguato complici i ritardi ingiustificati dell’Unione Europea nel deliberare misure volte a sconfiggere gli inganni”. “All’inizio di luglio abbiamo presidiato le frontiere”, spiega il Presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli. “La mobilitazione, a cui hanno partecipato centinaia di agricoltori della nostra regione, ha permesso di verificare che, attraverso il valico del Brennero, arrivano in Italia latte, cagliate e polveri, cosce di maiale, pomodori e tanti altri prodotti ancora  destinati a finire sulle tavole,  spesso indossando l’abito ingannevole e ben pubblicizzato della qualità italiana  e toscana che, in realtà, non hanno.  E’ necessario fare chiarezza su tutto ciò che arriva dall’estero e che, dopo la trasformazione, viene spacciato per italiano. Nell’interesse dei consumatori e dei produttori, chiediamo all’assessore  all’agricoltura di rendere noti i dati relativi alle importazioni agroalimentari in Toscana: un fenomeno diffuso che  danneggia pesantemente gli imprenditori agricoli e inganna chi acquista. I dati reali delle importazioni agroalimentari e le relative destinazioni sono un elemento di trasparenza fondamentale per difendere anche il sistema agricolo toscano. Intanto per fare la spesa con la certezza di acquistare made in Tuscany, invito i consumatori a rivolgersi con fiducia ai  Mercati di Campagna Amica (42 nella nostra regione) e ai punti vendita Campagna Amica (ce ne sono 120 in tutto il territorio toscano). In questo modo saranno sicuri di mettere nel piatto prodotti toscani al 100 x100, freschi e a un prezzo decisamente vantaggioso”.

Quali buone pratiche hai messo in atto nella tuo quotidianità per ridurre l’uso della plastica?

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi