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13 Gennaio 2023
ECONOMIA: AGRICOLTURA-TURISMO MOTORE CRESCITA REGIONALE PIU’ DI ARTIGIANATO ED INDUSTRIA

L’agricoltura (32%) ed il turismo (56%), a cui le imprese agricole compartecipano con l’importante attività di oltre 5 mila agriturismi e un milione di turisti l’anno, insieme al commercio (33%) sono i settori trainanti per la crescita dell’economia regionale davanti all’artigianato (28%), all’industria (27%), alla cultura (19%) e ai servizi finanziari (5%). Nel percepito del toscani l’agricoltura ha un peso specifico sulla crescita regionale superiore del 39% rispetto alla media nazionale ed avrà un ruolo sempre più strategico in futuro. Il territorio ed il paesaggio sono l’elemento, insieme all’architettura e all’arte, e poi ai prodotti alimentari e al cibo, che meglio di altri dipingono la Toscana. Il territorio ed il paesaggio, l’architettura e all’arte, i prodotti alimentari e al cibo sono gli elementi che meglio di altri dipingono la Toscana. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base del rapporto elaborato dal Centro Studi Divulga e Ixè “Il comparto agricolo toscano tra partecipo e reale” presentato in occasione dell’evento sulla riforma del sistema delle indicazioni geografiche che si è tenuto all’Innovation Center di Firenze secondo cui il ruolo delle DOP e IGP è quello di saldare il legame tra agricoltura, cibo e territorio. All’iniziativa hanno partecipato in qualità di relatori Paolo De Castro (Europarlamentare relatore della riforma), Sen. Patrizio Giacomo La Pietra (Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste), Stefania Saccardi (Vicepresidente ed Assessora Agroalimentare Regione Toscana), Mauro Rosati (Direttore Generale Qualivita e Origin), Riccardo Fargione (Centro Studi Divulga), Luigi Scordamaglia (Consigliere Delegato Filiera Italia), Fabrizio Filippi(Presidente Coldiretti Toscana), Angelo Corsetti (Direttore Coldiretti Toscana).

“I toscani percepiscono l’agricoltura e la nostra zootecnica come settori chiave per l’economia e l’occupazione ma anche per la tutela dell’ambiente e del paesaggio. Un settore che, per due terzi del campione del rapporto, porta importanti benefici a tutti. Il percepito ha una corrispondenza evidente anche nella vita reale che si traduce in 52 mila imprese, 70 mila occupati, 3,7 miliardi di valore aggiunto, quasi 3 miliardi di esportazioni ed il più ricco paniere, con 93 eccellenze, di prodotti ad indicazione geografica DOP IGP STG che producono complessivamente un impatto economico di oltre 1,3 miliardi di euro, che vale il 30% del totale dell’agroalimentare regionale. Un settore da difendere dall’Europa che più volte ha tentato di omologare e schiacciare: in questa ottica la riforma sul sistema delle certificazioni, in discussione a Bruxelles, può rappresentare una opportunità per rafforzare la nostra leadership, l’identità del nostro agroalimentare ed il futuro del nostro Made in Italy. La Toscana – spiega ancora il presidente di Coldiretti, Filippi – è, anche in questo dibattimento, presente ed operativa nel comunicare, nel far conoscere alle imprese e ai Consorzi di Tutela così come nell’affermare la sua visione per un’agricoltura di qualità che deve essere protetta da chi vorrebbe depotenziarla o danneggiarla. L’agricoltura è un asset centrale per lo sviluppo della regione, le indicazioni geografiche un volano di questa crescita”.

Il rapporto ha messo in evidenza un’altra caratteristica dell’agricoltura toscana: le aziende agricole regionali non sono solo tra le più multifunzionali, attive soprattutto nell’accoglienza agrituristica, ma anche le la più connesse e digitali: quasi 8 aziende su 10 del campione del rapporto del Centro Studi Divulga – Ixè di Coldiretti Toscana sono presenti sul web e molte utilizzano i social per promuoversi. Il 78% delle aziende ha un collegamento internet (73% la media nazionale), quasi una su due ha un sito internet (40%) quando la media nazionale è una su cinque. Il rapporto ha infine indagato su quali sono le difficoltà incontrate dal tessuto produttivo regionale: al primo posto c’è l’accesso ai finanziamenti (31%) seguito dall’adeguamento ai mutamenti normativi, quindi la burocrazia (25%), la commercializzazione dei prodotti (24%), il reperimento di lavoratori qualificati (21%).

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