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20 Gennaio 2017
ETICHETTA TRASPARENTE PER LATTE E PRODOTTI LATTIERO/CASEARI

Decreto in Gazzetta: esulta la Coldiretti Toscana, obiettivo raggiunto!!!

La notizia attesa viene dalla Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017 con la pubblicazione del decreto “Indicazione dell'origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011 firmato dai ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Esultano gli allevatori di Coldiretti Toscana per l’obiettivo raggiunto! In Toscana le aziende che producono latte bovino sono circa 250 stalle con 11.000 vacche da latte ed una produzione di 650.000 q.li di latte all’anno, concentrate soprattutto in maremma e nel mugello. Sono 1.200 le aziende ovicaprine che contribuiscono alla produzione dei 550mila quintali di latte regionale, ma solo una parte modesta viene lavorato direttamente dall’allevatore per produrre formaggi.
Con lo storico via libera all’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari si pone finalmente fine all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, senza che questo sia stato fino ad ora riportato in etichetta.
“Un provvedimento – sottolinea Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana - fortemente sostenuto dalla Coldiretti che rappresenta un importante segnale di cambiamento a livello nazionale e comunitario. Il via libera - continua Marcelli - risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle politiche agricole, in più di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione”.
Il provvedimento riguarda l'indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari e prevede l'utilizzo in etichetta delle seguenti diciture:
a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale è stato munto il latte;
b) “Paese di condizionamento o di trasformazione”: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato.
Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi membri dell'Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate - precisa la Coldiretti - le seguenti diciture: “latte di Paesi UE” per l'operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l'operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di piu' Paesi situati al di fuori dell'Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: «latte di Paesi non UE» per l'operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi non UE» per l'operazione di condizionamento o di trasformazione.
Un risultato che arriva a seguito delle numerose battaglie portate avanti da Coldiretti. “Nei mesi scorsi abbiamo denunciato una crisi senza precedenti che ha provocando la strage delle stalle italiane e toscane ma anche la concorrenza sleale ed i danni all’immagine dei 35 formaggi tipicamente toscani. Sono almeno 150, principalmente concentrate in montagna, le stalle che dalla fine dell’era delle quote latte un anno fa hanno chiuso in Toscana”. Ha dichiarato Antonio De concilio, Direttore di Coldiretti Toscana. “Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni – continua De Concilio - in pericolo c’è un patrimonio culturale, ambientale ed economico del Paese che con questo provvedimento andiamo a tutelare”.
 Il provvedimento entrerà in vigore pienamente dopo novanta giorni dalla pubblicazione avvenuta il 19 gennaio anche se sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte delle confezioni con il sistema di etichettatura precedente.
Il prossimo passo - conclude la Coldiretti - è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria dell'origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e già inviato alla Commissione Europea. 
 
L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione origine         E quelli senza
Carne di pollo e derivati                      Salumi
Carne bovina                                     Carne di coniglio
Frutta e verdura fresche                     Carne trasformata
Uova                                                Frutta e verdura trasformata
Miele                                                Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro                         Concentrato di pomodoro e sughi pronti
Latte/Formaggi                                 Derivati dei cereali (pane, pasta)         
Pesce                                               Riso
Extravergine di oliva  
 

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