Gli 8.000 allevamenti di suini, che, in Toscana, complessivamente vantano una consistenza di circa 170.000 capi, tanto da consegnare alla regione in settimo nella hit italiana della produzione, sono messi a dura prova dal terrorismo scatenato dal rischio pandemia. Eppure le carni suine, fresche o trasformate, prodotte in Toscana e, più in generale in Italia, sono assolutamente sicure e l’unico rischio che corrono è quello di essere travolte dall’arme ingiustificato, scatenato dalla febbre suina.
Di qui l’appello di Coldiretti: “continuare ad acquistare carne di maiale e salumi italiani senza cedere alla paura ingiustificata è un gesto di responsabilità per evitare di far chiudere senza ragione gli allevamenti e senza mettere a rischio migliaia di posti di lavoro”.
“Nel nostro paese – spiega il direttore di Coldiretti Toscana, Prisco Lucio Sorbo - gli allarmismi sono privi di fondamento se si tiene che, da almeno dieci anni, non vengono importati carne fresca e carne congelata o suini vivi dal Messico e che, in questi, non è stato riscontrato nessun caso di contagio di uomini o animali. A questo occorre aggiungere che l’aver puntato i riflettori sui suini e sulle loro carni ha contribuito a disorientare il consumatore, con un’informazione poco corretta. La malattia infatti non si trasmette all’uomo con il consumo di carni o insaccati bensì per via respiratoria. Il vero rischio che si corre in questo momento – dice ancora Sorbo – sono le paure ingiustificate che, anche nel passato, hanno diffuso psicosi e crolli dei consumi, e che sono costati migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro al sistema produttivo. Per questo occorre adottare al più presto misure preventive già sperimentate con successo nel corso delle emergenze passate a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della carne di maiale, come è accaduto per quella di pollo e per quella bovina, rispettivamente dopo le emergenze aviaria e mucca pazza. L'esperienza ha dimostrato che, la trasparenza dell'informazione e la rintracciabilità in etichetta sono il miglior modo per garantire i consumatori ed evitare la psicosi nei consumi”.