Cresce il numero di alberi ogni 100 abitanti in Toscana (+1%) ma è sos per gli effetti degli eventi estremi sul patrimonio arboreo con oltre 5 mila piante pericolanti. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat secondo cui il numero di alberi censiti nella nostra regione ha superato i 245 mila esemplari. In Toscana si contano mediamente 19,9 alberi ogni 100 residenti, un dato superiore alla media nazionale (16,9), con Arezzo la città capoluogo dove il rapporto è più alto (41,6 piante) seguita da Siena (29,1) e da Massa (24). L’incremento maggiore si registra invece a Lucca (+20%) che conta però appena 4,2 alberi ogni 100 abitanti ed è il fanalino di coda a livello regionale. In diminuzione a Pistoia (-12%) e Siena (-2,3%) mentre resta stabile a Firenze dove si contano 19,9 alberi. Migliora il rapporto a Livorno (+2,9%), Pisa (+2,9%), Prato (+0,7%) e Grosseto (+8%).
Se da un lato la presenza importante delle piante è fondamentale per rompere l’assedio dello smog nelle città e raggiungere gli obiettivi della direttiva UE sulle PM10 (20 µg/mc) entro il 2030 - traguardo che solo 3 capoluoghi, Livorno, Massa e Siena oggi raggiungerebbero - dall’altro è essenziale porre molta attenzione al tema della sicurezza alla luce dei sempre più frequenti episodi di cadute improvvise degli alberature che palesano una gestione del verde pubblico urbano non sempre in grado - denuncia Coldiretti Toscana – di garantire il benessere delle piante e la tranquillità dei cittadini. Le piante sferzate dal vento – evidenzia Coldiretti Toscana – cadono per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici, sul quale pesa soprattutto la mancanza di manutenzione adeguata con potature eseguite senza la necessaria professionalità. La tropicalizzazione del clima ha favorito inoltre la proliferazione di parassiti spesso arrivati dall’estero che – continua Coldiretti Toscana – ha conseguenze catastrofiche sul verde, ma anche sulla sicurezza, con problemi di stabilità degli alberi.
Da qui l’importanza di affidarsi ad una gestione professionale del verde pubblico che preveda il ricorso alla figura del manutentore con idonea qualifica, anche attraverso la rivalutazione del ruolo degli agricoltori così come previsto dalla legge di orientamento che consente ai Comuni di delegare la manutenzione agli imprenditori agricoli ed evitare così una gestione improvvisata che mette in pericolo i cittadini. In questo senso è importante il coinvolgimento e l’esperienza delle 2.596 aziende florovivaistiche regionali e di un settore leader a livello nazionale con una fatturato di 850 milioni di euro e 12 mila dipendenti.