Allevatori “buttano a terra” polvere di latte e cagliate straniere. Non saranno mai mozzarelle e formaggi Made in Italy. Anche gli allevatori di Coldiretti Toscana in piazza per denunciare una crisi senza precedenti che sta provocando la strage delle stalle italiane e toscane ma anche la concorrenza sleale ed i danni all’immagine dei 35 formaggi tipicamente toscani. Sono almeno 150, principalmente concentrate in montagna, le stalle che dalla fine dell’era delle quote latte un anno fa hanno chiuso in Toscana. Gli allevatori toscani sono arrivati fino ad Udine in Friuli teatro della protesta proprio perché considerata la porta di ingresso in Italia di centinaia di milioni di chili di latte stranieri, anche come trasformati e semilavorati industriali, che vengono spacciati con l’inganno come Made in Italy.
Secondo il dossier elaborato da Coldiretti presentato in occasione della proposta la vita o la morte di molte stalle sopravvissute fino ad ora in Italia dipende da almeno 5 centesimi per litro di latte che si ricavano dalla differenza tra i costi medi di produzione pari a 38-41 centesimi e i compensi attualmente riconosciuti. Per effetto di questi pochi centesimi le stalle presenti in Italia dopo la fine delle quote latte sono scese al minimo storico di meno di 33mila unità, rispetto alle 180mila attive nel 1984 all’inizio del sistema delle quote, con il rischio concreto che di questo passo nel giro di qualche anno la nostra montagna verrà spopolata dalla indispensabile presenza degli allevamenti, che hanno garantito fino ad ora biodiversità, ambiente e equilibrio socio economico delle aree più sensibili del Paese. “Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni – ha spiegato Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - in pericolo c’è un patrimonio culturale, ambientale ed economico del Paese. La Coldiretti è impegnata in un piano salva stalle per fare in modo che neanche un litro di latte venga buttato via”. Una mozzarella su quattro in vendita – informa Coldiretti - non è ottenuta direttamente dal latte, ma da semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta. Ciò provoca una distorsione del mercato, una depressione dei prezzi pagati ai allevatori italiani e causa la chiusura degli allevamenti. “Di fronte a questa escalation di truffe e inganni per salvare il Made in Italy – conclude Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana - non c’è più tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l’indicazione di origine del latte in tutti i prodotti lattiero caseari per garantire la trasparenza dell’informazione e la salute dei consumatori”.
Per informazioni www.toscana.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook e @coldirettitosca
2 Aprile 2016
GUERRA DEL LATTE: PROTESTA DI COLDIRETTI, A RISCHIO 35 FORMAGGI TIPICAMAMENTE TOSCANI. GIA’ CHIUSE 150 STALLE