“Le regole, studiate dalla Regione Toscana per tutelare il patrimonio zootecnico soggetto a predazione, non hanno dato i risultati ipotizzati dagli amministratori. Animali morti non adeguatamente compensati, carcasse da eliminare, danni agli esemplari sopravvissuti non riconosciuti, spese eccessive per difendere le proprietà dalle invasioni dei predatori…. I problemi sono tanti e, a volte, diventano insormontabili al punto da far sparire dalla mappa della produzione gli allevamenti più esposti alle aggressioni del lupo, la cui crescita sembra inarrestabile e del tutto fuori controllo”. Così Fausto Ligas, responsabile del settore Zootecnico di Coldiretti Toscana, in occasione del ceck up sul funzionamento della legge regionale 26 del 4 febbraio 2005 e del relativo regolamento attuativo, oggi, ha contestato il funzionamento della norma. Una denuncia forte, chiara e inevitabile davanti alla scomparsa di tante aziende che non riescono a fronteggiare l’emergenza. “Proporremo idee e soluzioni nuove. I mezzi e le norme disponibili, infatti, non sono sufficienti ad arginare il pericolo lupo. Non basta il sistema assicurativo di fronte ad attacchi, aumentati nel numero e nella violenza, e a indennizzi insufficienti per garantire le imprese. Mancano insomma le condizioni per assicurare la sopravvivenza degli allevamenti”, ha detto Ligas, aggiungendo: “Una cosa comunque è certa. La nostra organizzazione, di fronte a una questione tanto grande, complessa e urgente, non si accontenterà di un semplice restiling dei provvedimento normativo né di semplici aggiustamenti. Al contrario. Coldiretti pretende che gli enti pubblici finalmente adottino strumenti per affrontare in modo adeguato e corretto la gestione del territorio”.
5 Settembre 2008
I LUPI AUMENTANO, GLI ALLEVAMENTI CHIUDONO