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20 Febbraio 2009
IL NOSTRO PROGETTO PER LA TOSCANA

UNA FILIERA TUTTA AGRICOLA E REGIONALE

La mobilitazione di Coldiretti continua: oltre 300 persone da tutta la regione al Palazzo degli Affari il 23 febbraio
per un summit con il segretario organizzativo nazionale

Sono più di trecento e vengono da tutta la Toscana: sono i componenti della grande squadra "gialla" con cui Coldiretti "presidia" il territorio delle dieci province, che tornano a marciare sulla città simbolo della regione, la stessa dove il 27 novembre scorso si è tenuta la più imponente e partecipata manifestazione dell’agricoltura toscana.
Ancora una volta lo faranno per garantire un futuro al vero made in Tuscany.
Lunedi, però, la manifestazione non avrà il volto della protesta, ma la veste ordinata e del meeting: impiegati e funzionari saranno protagonisti di un incontro a Palazzo degli Affari, considerato un nuovo ulteriore step nella lunga e faticosa mobilitazione pianificata da Coldiretti Toscana per restituire centralità all’agricoltura e prospettive economiche concrete ai produttori.
Ai lavori, condotti dal presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli e dal direttore Prisco Lucio Sorbo, parteciperà il segretario organizzativo di Coldiretti nazionale, dottor Enzo Gesmundo.
"Dopo il lungo periodo di diserzione dei tavoli regionali e la manifestazione di piazza Santa Croce – spiega il presidente Marcellisiamo tornati al confronto con le istituzioni. Questo non significa aver ceduto le armi, anzi. Accettiamo e ricerchiamo con la Regione Toscana un rapporto, che non esclude lo scontro. Siamo pronti, e lo abbiamo dimostrato con l’apprezzamento dell’iter, proposto per la privatizzazione della Centrale del Latte, al confronto, quando ai problemi si offrono soluzioni politiche e non preconfezionate. Ma saremo rigidi quando ci saranno presentati progetti che non partono bisogni reali delle imprese e disegni portati avanti senza tenere conto del valore della rappresentanza". "Chi ha parlato di pace fatta, come è accaduto nei giorni scorsi, ha sbagliato – aggiunge il direttore Sorbo -. E ha sbagliato anche chi ha parlato, in passato, di guerra. Tra un’organizzazione, che rappresenta interessi, e l’amministrazione pubblica, che concerta norme e interventi, c’è un rapporto dialettico che può sfociare, quando occorre, nel conflitto. Ma anche il conflitto ha mille volti, non solo quello dei trattori in piazza. Uno di questi? La diserzione. Esattamente come è accaduto in occasione della conferenza sulla caccia, appuntamento a cui Coldiretti ha dichiarato di non partecipare perché giudicato strumento inadeguato ad affrontare e a risolvere l’emergenza ungulati".

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