Non bruciano solo i boschi. Danni anche alle attività agricole. Coldiretti ringrazia il personale impegnato da cielo e da terra nelle operazioni di spegnimento.
E’ in corsa una primo monitoraggio per capire quante e quali aziende sono interessate dall’incendio in Maremma, l’ennesimo, scoppiato in Toscana, in questa estate rovente e siccità estrema. A bruciare non sono solo i boschi ma anche l’agricoltura già alle prese con l’effetto siccità che ha tagliato del 30% le produzioni tra minori resi e raccolti danneggiati e dei rincari con più di un’azienda agricola su tre (38%) con bilanci netti negativi secondo il Crea.
Dopo il grande rogo che ha divorato 900 ettari di boschi e coltivazioni, tra cui 500 olivi secolari e vigne, sulle colline tra Massarosa e Camaiore, in Versilia, quasi il doppio di tutti gli ettari bruciati in sei mesi (549 ettari), è l’incendio di Cinigiano, nella provincia di Grosseto, a preoccupare ora gli agricoltori. A dirlo è Coldiretti Toscana che ringraziando il personale che da terra e dal cielo è impegnato nelle operazioni di spegnimento degli incendi, ha chiesto alla vice presidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi di “verificare l’opportunità di aprire la procedura relativa alla calamità naturale, mediante la segnalazione ad Artea, così come fatto per la siccità, per i territori interessati da questi eventi straordinari a partire dal mese di luglio”.
La richiesta è partita dal Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi che, visto il carattere straordinario degli incendi boschivi che stanno martoriando le campagne toscane, punta ad attingere risorse dal fondo di solidarietà nazionale previsto dalla legge 102/2004 e dalla misura 5.2 specifica per consentire il ripristino del potenziale produttivo danneggiato da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici. La procedura è la stessa attività per l’emergenza siccità attraverso le segnalazioni sul portale di Artea. “Come se non bastasse, in questa pazza estate dove la pioggia è diventata un miraggio con i corsi d’acqua in secca ed i terreni arsi dal sole, gli incendi rappresentano un ulteriore elemento di criticità per il patrimonio agricolo e per il turismo rurale. – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana - Non possiamo lasciare da sole le imprese agricole e gli agriturismi che si sono viste bruciare i raccolti, danneggiare strutture e fuggire i turisti”.
Ricordando che è in vigore il divieto assoluto di abbruciamenti fino al 31 agosto 2022, Coldiretti invita ad osservare le prescrizioni del regolamento forestale e a rispettare alcune semplici norme di comportamento. La prima cosa è evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle loro vicinanze, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano completamente fredde. Soprattutto nelle campagne – precisa Coldiretti Toscana – non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre – continua principale organizzazione degli agricoltori – non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio – consiglia Coldiretti Toscana – non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che – conclude Coldiretti Toscana – un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono dei boschi.
Nelle aree bruciate dagli incendi saranno impedite tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di appassionati ma viene anche a mancare un importante polmone verde. Ogni rogo – stima Coldiretti Toscana – costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco – precisa Coldiretti Toscana - ci vorranno infatti fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Per Coldiretti Toscana il piano invasi, presentato insieme ad ANBI, è utile non solo per raccogliere l’acqua piovana e distribuirla durante i mesi più critici, ma per garantire la disponibilità di acqua a distanza utile e così una risposta immediata ed efficace in caso di incendi.