La minaccia della Vespa velutina si allarga dalla costa apuana all’entroterra e minaccia l’apicoltura, la biodiversità e molte produzioni agricole regionali. Sono 340 i nidi “alieni” costruiti dal calabrone predatore delle api e della biodiversità arrivato dall’Asia individuati e neutralizzati nel 2023 in Toscana. Ma sono quasi 500 se consideriamo come linea temporale il primo ritrovamento. Oggi la presenza di esemplari adulti di Vespa velutina è stata rilevata in molte aree della regione anche grazie, e soprattutto, ad una rapida ed efficace rete di monitoraggio messa in piedi dagli apicoltori con l’aiuto di tanti cittadini. A dirlo è Coldiretti Toscana preoccupata per le conseguenze su larga scala della diffusione di una specie che uccide le api e rappresenta un ostacolo per il futuro di 7 mila apicoltorie dei loro 140 mila alveari.
“La presenza di questa specie e così di altre – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – rappresenta un gravissimo pericolo per molte delle colture che caratterizzano la nostra agricoltura. Con gli scambi commerciali si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che danneggiano le coltivazioni e la sostenibilità economica delle aziende agricole. In Toscana, grazie al lavoro del Servizio Fitosanitario Regionale, e nel caso della Vespa velutina degli apicoltori e delle associazioni di settore, che sono coinvolti in prima linea, stiamo combattendo il diffondersi di questi nuovi inquilini”. A finire sotto accusa “è una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nel mercato UE senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni. A farne le spese – prosegue la presidente di Coldiretti Toscana - sono ancora una volta i nostri agricoltori”.
La diffusione della Vespa velutina in rapida espansione anche se la presenza dei nidi, da cui possono nascere l’anno successivo anche 40 nuove colonie, è attualmente localizzata nella provincia di Massa Carrara con 198 casi in quattro anni e nella provincia di Lucca con 137, poi le province di Pisa (2) e Pistoia (1) dove si è manifestata negli ultimi due anni. Massa con 84, Pietrasanta in Versilia con 64 e Montignoso con 36 nidi trattati sono le città dove è risultata fino a qui essere più presente. Altra cosa è l’esistenza di esemplari di maschi adulti, rilevati attraverso le trappole e confermata nelle province di Firenze, Grosseto e Livorno che non sono però indicativi dell’esistenza di un nido nelle vicinanze.
La particolarità delle velutina è da ricondurre alla strategia con cui assedia gli alveari molto simile a quella militare. I calabroni stazionano in volo all’entrata degli alveari in attesa del ritorno delle api bottinatrici cariche di polline che rappresentano una fonte primaria di sostentamento. Le api bottinatrici vengono “catturate”, uccise e portate al proprio nido come alimento per la prole. L’assedio degli alveari porta con se altre conseguenze: impaurite, le api bottinatrici smettono di uscire dall’arnia, indebolendo pericolosamente la colonia. Essendo l’ape uno dei principali insetti impollinatori, il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più in generale, questo calabrone predando le api, rappresenta una minaccia sia alla biodiversità vegetale, che alla produzione delle colture agricole la cui impollinazione si basa sull’azione delle api. In Francia, a causa della vespa velutina, sono state segnalate perdite di alveari che arrivano fino al 50%.
Individuata in Toscana per la prima volta in località Strettoia nel Comune di Pietrasanta nel 2017 (il primo caso è stato ufficializzato in Liguria nel 2012), per fermare la sua invasione gli apicoltori hanno creato vere e proprie squadre anti-vespa velutina che neutralizzano i nidi. Per avere informazioni su come comportarsi, su come segnalare la presenza di vespe velutine e chi contattare per distruggere i nidi è possibile fare riferimento al sito www.stopvelutina.it
“L’incremento del numero di nidi era prevedibile. La sua presenza è già endemica. – spiega Stefano Fenucci, referente del progetto Stop velutina per la Toscana – Quello che noi oggi possiamo fare, come apicoltori e come comunità, è controllare la sua presenza e contrastarla in attesa di una soluzione risolutiva che ci auguriamo arrivi dagli studi e dalle ricerche delle Università coinvolte”.
Al fianco degli apicoltori si è schierata la Regione Toscana che ha stanziato le prime risorse per realizzare in tutta la Toscana un sistema di monitoraggio della presenza della specie invasiva e al contempo dare corso all’attività di distruzione-neutralizzazione dei nidi, individuati anche con tecniche sperimentali. Nella città di Massa, che detiene il record di nidi, l’amministrazione comunale insieme a Coldiretti ha avviato un progetto di monitoraggio distribuendo ai cittadini 200 tap-trappole (tappi trappola) da posizionare in giardini ed aree esterne. Ogni 15 giorni i cittadini-sentinella dovranno svuotare il contenuto della bottiglia in un colino a maglie fini e controllare attentamente il contenuto verificando uno ad uno gli insetti catturati. Infine compilare la scheda di monitoraggio ed inviarla ai contatti del progetto pilota che raccoglieranno tutti i dati. E’ importante ricordare che possono essere pericolose anche per l’uomo.