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13 Novembre 2009
IRPEF: TAGLIATO L’ACCONTO DI NOVEMBRE

Il taglio degli acconti fiscali di novembre riguarderà soltanto l’Irpef. Piccole e medie imprese, ditte individuali e società di persone che pagano l’imposta sulle persone fisiche godranno di uno sconto nel versamento di novembre. Restano escluse l’Ires e l’Irap, a differenza dell’indicazione emersa oggi in un primo momento dal Consiglio dei Ministri. E' quanto riferiscono fonti di governo, spiegando che ci sarebbe stata una retromarcia rispetto alle intenzioni iniziali.
Sarebbero ora in corso - secondo quanto si apprende - i calcoli per definire la percentuale di riduzione dell’acconto rispetto alle risorse stanziate. "Per l’esattezza il provvedimento varato oggi dal Cdm prevede il taglio solo dell’Irpef per un valore di 3,6 miliardi di euro". 
In base ad una prima valutazione, comunque, la riduzione dell’acconto potrebbe essere sostanziosa. L’obiettivo, secondo le stesse fonti, sarebbe quello di dare un sostegno concreto alla liquidità dei contribuenti che pagano gli acconti, in funzione anti-ciclica, per spingere i consumi nel periodo natalizio. Una delle ipotesi sul tappeto, ad esempio, prevedeva la riduzione di 20 punti dell’acconto Irpef di novembre, portando la percentuale dal 99 al 79%.
La riduzione dell’acconto Irpef avrebbe l’effetto di rinviare a maggio, al momento del saldo, una quota delle imposte dovute. L'acconto Irpef, in particolare, riguarda tutti i contribuenti persone fisiche, e le società di persone, che pagano questa imposta.
Resterebbero quindi fuori le società di capitale (dalle spa alle srl) che versano invece l’Ires. A beneficiare della riduzione dell’acconto dell’imposta sui redditi sarebbero quindi in particolare le micro-aziende personali e il popolo delle "partite Iva" che pagano le imposte in base alle dichiarazioni dei redditi Unico.
La misura, se non saranno introdotti correttivi, non dovrebbe riguardare quindi i lavoratori dipendenti, che pagano l’Irpef con trattenute in busta paga. Il beneficio però si estenderebbe anche ai lavoratori dipendenti che hanno redditi aggiuntivi (ad esempio per la seconda casa, o per l’incasso di collaborazioni) o per coloro che hanno redditi assimilabili a quelli da lavoro, come i separati che percepiscono un assegno familiare.

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