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3 Settembre 2008
La Toscana è la regina della vendita diretta

La Toscana è la regina della vendita diretta. Nella regione, infatti, si concentrano 9.670 aziende che puntano sulla filiera corta, delle oltre 57 mila attive in tutta la penisola. Secondo una stima di Coldiretti quindi si concentra in questo territorio il 20 per cento del business nazionale garantito dal rapporto produttore-consumatore, che, tradotto in euro, arriva a superare i 350 milioni di euro. In Toscana a fare la parte del leone è il vino: più della metà delle aziende che si sono attrezzate per la vendita diretta operano in questo settore. (57.5%). Al secondo posto vengono le imprese specializzate nella produzione di olio extravergine di oliva, altro prodotto di punta dell’economia agricola toscana: rappresentano il 38.2 per cento delle realtà che praticano vendita diretta. Sul podio, con la medaglia di bronzo, anche le aziende ortofrutticole (sono il 24,6% di quelle che hanno scelto di dare un taglio all’intermediazione). E’ piccolo, ma tutto in crescita, l’universo delle aziende che si affacciano con altri prodotti direttamente al mercato: sono imprese che propongono formaggi (11%), miele (7.2%), carne (5.3%). “Le aziende – dicono il presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli e il direttore Prisco Lucio Sorbo – si stanno adeguando alla pressante richiesta dei consumatori che, sempre più spesso sollecitano l’acquisto  in azienda ciò che portano in tavola. Il rapporto con il produttore è per loro sinonimo di risparmio, ma anche di sicurezza. Proprio per questo la nostra organizzazione sta mettendo a punto un elenco provinciale delle aziende che praticano la vendita diretta, in azienda, attraverso gli spacci degli agricoltori, nei mercati, in modo da offrire risposte precise a un bisogno tutto in salita. Queste informazioni vengono pubblicate sui portali curati dalle federazioni provinciali e dunque sono facilmente consultabili on line”. Il pressing del mercato ha fatto lievitare il numero delle aziende con vendita diretta che, negli ultimi cinque anni, sono praticamente raddoppiate. Un impulso forte è arrivato, in Toscana, soprattutto dall’agriturismo che, da sempre, ha rappresentato un importante canale di vendita per la produzione locale: sulle oltre 4.000 aziende autorizzate, oggi, circa la metà è dotato di uno spazio vendita, se non di un vero e proprio negozio aziendale. La buona performance della vendita diretta è documentata anche dai risultati negativi registrati dalla distribuzione alimentare specializzata: i negozi al dettaglio che sono crollati dal 2002 al 2007 di oltre 800 unità e a trascinare nel precipizio in settore sono stati principalmente gli esercizi destinati alla vendita di carne e derivati (-350) e all’ortofrutta (-285). “La Toscana   ha registrato una mortalità più alta rispetto alle altre zone di Italia, come ha evidenziato l’indagine condotta da Irpet e Unioncamere, che, se da un lato, si spiega con la crescita della Gdo, dall’altro, è ampiamente giustificata dalla diffusione e dalla diversificazione delle forme di vendita diretta da parte degli agricoltori, che riescono a coniugare economicità, freschezza e rispetto dell’ambiente con proposte di prodotti a chilometri zero”, precisano ancora il presidente e il direttore di Coldiretti Toscana. E continuano: “Le esperienze, sull’onda del successo, si stanno moltiplicando. Sono in forte crescita le aziende che decidono di allestire un negozio dentro e fuori l’azienda (oggi rappresentano il 15 per cento), le realtà che partecipano a mercati occasionali e stabili (30%), le imprese che effettuano consegne a domicilio (5%). Lavoreremo anche perché le amministrazioni locali diano concreta attuazione al decreto del ministero delle politiche agricole e forestali, attuativo dell’articolo 1 comma 1065 della Finanziaria 2007 e quindi promuovano la nascita di quei mercati degli agricoltori che rappresentano una importante risposta sia per le imprese che per i consumatori e che non si esauriscono nei provvedimenti pro filiera corta adottati fino ad ora dal governo toscano e attuati da alcuni enti locali della regione”, concludono Marcelli e  Sorbo, commentando i risultati messi sugli acquisti in fattori, messi a disposizione dallo studio curato da Coldiretti e Agri2000.

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