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7 Agosto 2012
L’agricoltura “assetata” chiede l’intervento della Regione

“Ho raccolto le vostre sollecitazioni: in giornata invierò al governo la lettera con la richiesta della dichiarazione dello stato di calamità naturale e la destinazione di una adeguata copertura finanziaria alla Toscana”. L’assessore regionale Gianni Salvadori, partecipando questa mattina all’incontro di Coldiretti Toscana, ha ascoltato con attenzione il preoccupante quadro tracciato dal Presidente Tulio Marcelli e ha annunciato interventi ad hoc. “L’agricoltura, messa in ginocchio dal caldo e dall’assenza prolungata di precipitazioni, ha iniziato la conta dei danni. Ma il quadro complessivo è destinato a peggiorare ancora. Un bilancio oggettivo sarà possibile solo dopo la vendemmia e la spremitura delle olive. Allora avremo la percezione esatta del raccolto e delle produzioni sacrificate a un clima che si sta tropicalizzando”, ha spiegato il numero uno di Coldiretti. Al grido d’allarme che si è alzato dalle campagne toscane, rappresentato anche per iscritto da Coldiretti, insieme alle altre associazioni di categoria, all’assessore regionale,  Salvadori ha risposto assumendo impegni precisi: “Il nostro territorio ha sofferto molto ed è destinato a soffrire ancora. Siamo in piena emergenza e le difficoltà non sono destinate a finire. I meteorologi infatti ci preannunciano che le condizioni meteo resteranno invariate almeno fino alla metà del mese. Il problema è però più complesso. Ormai ci troviamo di fronte a un cambiamento climatico irreversibile che ci obbliga a mettere a punto un piano preciso e strutturato, con strategie di breve, medio e lungo termine, per combattere la penuria d’acqua. Tra le idee a cui la Regione sta lavorando c’è la volontà di destinare una parte dei fondi per lo sviluppo rurale alla creazione di un sistema di irrigazione di soccorso: un intervento che ovviamente non deve essere  fine a se stesso, ma che va calato  all’interno di una serie di azioni finalizzate alla  difesa ambientale. Un altro aspetto su cui intervenire è il ripristino dei laghetti: in Toscana una tradizione antica e consolidata che purtroppo in molte aree è andata  perduta. Dei circa 3000 bacini censiti, il 70 per cento è “fuori uso”. Una risorsa preziosa che non viene sfruttata e che abbiamo intenzione di riportare in attività, facilitando  i soggetti che intendono  rimettere in funzione il patrimonio esistente. Infine, occorre avviare un percorso formativo per educare tutti a un uso più corretto e consapevole della risorsa idrica. Si tratta certo di un processo lungo, ma necessario per eliminare sprechi che non ci possiamo più permettere”, ha aggiunto l’assessore puntualizzando: “Non abbiamo la bacchetta magica, ma il nostro obiettivo è adoperarci perché nel giro di pochi anni la Toscana agricola diventi  autonoma e non debba più dipendere dal sistema acquedottistico potabile”. Al termine dell’incontro Marcelli ha commentato: “Bene il tempismo dimostrato dalla Regione, che ha saputo recepire la gravità della situazione che attraversa il nostro settore”.   

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