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18 Giugno 2009
L’agriturismo “salva” la Toscana

L’agriturismo “salva” la Toscana. La vacanza in azienda agricola, insieme a tutta la ricettività extralberghiera, è il motore che ha permesso al turismo toscano di resistere alla crisi. Se non si è avuto un crollo negli arrivi e una batosta nelle presenze, il merito va a un comparto che esercita sempre un maggiore appeal sui consumatori. Un trend che si era già intuito negli anni scorsi ma che viene confermato e rafforzato in un 2008 che poteva essere davvero nero. Nel secondo semestre intatti agriturismi & C. hanno visto crescere del 6 per cento gli arrivi, mentre nello stesso periodo l’alberghiero lasciava per strada un doloroso 6.6 per cento.
Colpa delle difficoltà dei mercati e dei redditi che consentono alle famiglie di arrivare a fatica a fine mese? In parte. Ma gli esperti, capaci di dare letture critiche e attente ai numeri, dicono che, in realtà, questo può essere il sintomo di un cambiamento dei comportamenti. La domanda sempre più si orienta su soluzioni nuove e originali, più “personalizzate” e  legate alle identità locali e territoriali.  E a dimostrarlo, semmai ci fosse bisogno, c’è un altro dato:  l’aumento della permanenza media degli stranieri, che si fermano più a lungo nella nostra regione.
A dispetto della crisi, dunque, l’agriturismo tiene e migliora la sua performance. Ma nonostante i brillanti risultati continua ad essere escluso dalle sedi dove si decidono strategie e strumenti di promozione istituzionale.
“I rappresentanti del settore non sono ammessi all’Osservatorio del Turismo, riservato alle organizzazione del turismo, ai sindacati dei lavoratori, ai consumatori, a Unioncamere e gli enti pubblici. Né vengono espressamente invitati a momenti di incontro e confronto dove si decidono gli investimenti promozionali”, spiega il presidente di Terranostra Toscana Andrea Landini. “Dividere il settore turistico in tasselli contrapposti genera debolezza e non aiuta a studiare strategie integrate, volte ad aumentare gli arrivi ma soprattutto a incoraggiare i turisti a fermarsi più a lungo in Toscana. Anche sugli strumenti, i problemi restano aperti. L’agriturismo toscano veniva presentato attraverso un portale  regionale, che, pur necessitando di una buona manutenzione,  poteva contare su  un buon numero  di visite giornaliere e generava contatti interessanti. E’ finito nel calderone del portale “intoscana”, un portale commerciale più che promozionale, sul  cui allestimento  non siamo mai stati interpellati, e che rischia di trasformarsi in un contenitore caotico e poco appetibile per chi cerca una sistemazione in agriturismo”.

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