58 Views

1 Ottobre 2008
LATTE OVINO: NO AL PREZZO CONDIZIONATO ALLA RESA

Coldiretti dà voce alla maggioranza degli allevatori toscani che, in mancanza di un adeguato sistema di valorizzazione del prodotto regionale, non accettano il pagamento del latte in funzione della percentuale di grassi e proteine in esso contenuti. Con questa motivazione, oggi pomeriggio, partecipando al tavolo di settore, ha detto un “no” deciso (ed è stata l’unica organizzazione agricola a farlo) alla proposta. “Riteniamo l’iniziativa penalizzante, senza un adeguato intervento per riequilibrare lo svantaggio competitivo a cui sono esposte le nostre imprese”, ha detto Fausto Ligas, a nome di Coldiretti Toscana. “Questi parametri potranno essere applicati, una volta che la Regione avrà adottato strumenti idonei per sostenere solo il formaggio fatto con latte toscano: è sulla valorizzazione di questo prodotto, la cui origine deve essere chiaramente indicata in etichetta, che chiediamo di orientare tutti gli investimenti. Una richiesta che ancora, nella nostra regione, dove si dà più risalto ai marchi che al territorio, fatica a trovare risposte soddisfacenti. Fino a quando non saranno compensati gli  sforzi (anche economici) sostenuti dai nostri allevatori, applicare la tabella della resa diventa controproducente”. Coldiretti ha interpretato il sentiment che   attraversa l’intero comparto: “Abbiamo organizzato decine di incontri in tutte le province toscane in cui l’allevamento ovino rappresenta una voce importante dell’economia agricola e ovunque ci è stata confermata, in modo  unanime, la contrarietà al percorso proposto, un percorso che rischia di creare difficoltà aggiuntive, se non  accompagnato dal necessario impegno per la valorizzazione dell’origine del prodotto”, ha spiegato Ligas, aggiungendo: “I tempi tra l’altro non sono maturi neppure per i trasformatori, che solo in minima parte hanno dichiarato una disponibilità a monetizzare la resa. Non dimentichiamo, infatti, che, all’ipotesi di accordo siglata il 26 marzo scorso, ha aderito solo la minoranza dei caseifici toscani, che, complessivamente, sono in grado di assorbire appena un 20/30 per cento del latte prodotto nella nostra regione. Oltre tutto – ha concluso Ligas – lavorando per mettere in piedi un sistema che non trova riscontro nel mercato si sperperano le risorse pubbliche che la Regione si è impegnata ad investire per avviare una rete capillare e un sistema di campionamento che, non essendo apprezzato né dai produttori né dai trasformatori, rischia di non avere alcun futuro”.

Quest’anno spenderai di più o di meno per acquistare l’uovo di Pasqua?

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi